Orgoglio e Pregiudizio compie 208 anni. Festeggiamolo insieme!

Tutto sommato comunque mi sento discretamente fiera e discretamente soddisfatta. – L’opera è un po’ troppo leggera, brillante, frizzante; – le manca un po’ d’ombra […]. Dubito sul tuo pieno accordo con me su questo punto.

Con la consueta sottile autoironia, così scriveva Jane Austen alla sorella Cassandra nel gennaio 1813 commentando il suo secondo romanzo uscito pochi giorni prima, il 28 gennaio: l’opera è Orgoglio e Pregiudizio, che lei stessa definiva my own darling child, il mio adorato bambino.
Per noi di JASIT è anche la stella luminosa sotto la quale siamo nati: l’associazione infatti è stata fondata il giorno del Bicentenario del romanzo, il 28 gennaio 2013, e oggi compie otto anni.
In questa giornata così importante, vi invitiamo a festeggiare insieme a noi questo duplice compleanno, celebrando il capolavoro di Jane Austen con un gioco sui nostri canali social, Facebook e Twitter, oppure anche nei commenti di questo post. Come? Leggete di seguito!

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Cambridge vs Oxford: punto o virgola?

Le edizioni critiche dell’opera completa di Jane Austen sono due: una pubblicata dalla Oxford University Press nel 1923 (The Novels) e nel 1954 (Minor Works), curata da R. W. Chapman, e l’altra dalla Cambridge University Press, pubblicata negli anni 2005-2008, a cura di Janet Todd (General Editor) e con curatori diversi per i singoli volumi.
Tra le due ci sono alcune differenze formali, mai però macroscopiche e più che altro dovute a scelte tra piccole differenze rilevabili tra le prime edizioni delle opere delle quali non esistono manoscritti, o da letture leggermente diverse dei manoscritti rimasti.
Una però è abbastanza significativa, e trae origine da una correzione proposta da uno storico e uomo politico inglese, nonché appassionato lettore austeniano: Thomas Babington Macaulay (1800-1859), che tra l’altro è famoso in ambito austeniano per essere stato il primo ad avvicinare Austen a Shakespeare (vedi Thomas Babington Macaulay on Jane Austen).

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«Quell’eccellente Miss Bates»: tra comicità e dramma, tra realtà e finzione

Nell’indimenticabile figura della zitella povera e attempata di Highbury, che da due secoli conquista i lettori con la sua prosa irrefrenabile e sconclusionata, Jane Austen ritrae un aspetto drammatico della condizione femminile del suo tempo. L’articolo di oggi analizza il valore tragico e realistico di questo capolavoro di comicità, presentando anche i modelli veri a cui la scrittrice si è molto probabilmente ispirata per creare “l’eccellente” Miss Bates.

L’articolo originale è apparso sulla rivista di Jane Austen Society of Italy “Due pollici d’avorio”, numero 4 (2016), pagg. 48-52. Per richiedere l’intero numero, scrivere a info@jasit.it.

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Giovani studiosi dialogano con JASIT: intervista a Rosa Giorgione

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Una delle tante missioni di JASIT è quella di tentare di dare il giusto valore al lavoro dei giovani studiosi italiani. Numerosi diplomandi, laureandi o laureati in letteratura o traduzione dedicano le loro fatiche alla scrittura di Jane Austen, però, come spesso accade, le loro tesi o i loro contributi finiscono in polverosi archivi inaccessibili al pubblico e rischiano immeritatamente di cadere nell’oblio. JASIT vuole tentare di ovviare a questa realtà offrendo il suo spazio alle idee di giovani pensatori italiani che hanno trovato in Austen un importante spunto di riflessione letteraria.
La nostra ospite oggi, per la rubrica «Giovani Studiosi dialogano con JASIT», è Rosa Giorgione, giovane Laureata in Lingue Straniere per la Comunicazione Internazionale, con una grande passione per Jane Austen che l’ha portata a dedicare al romanzo Emma la sua tesi per la laurea triennale.

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Il nuovo film Emma. | Tutti i dettagli e i nostri commenti

L’ultimo adattamento per lo schermo di un’opera di Jane Austen, in ordine di tempo, è Emma. (nel titolo, è compreso il punto per un motivo esposto nelle prossime righe) che la regista statunitense Autumn De Wilde ha tratto dall’omonimo romanzo. La pellicola è riuscita a debuttare in alcuni paesi intorno al mondo, tra cui il Regno Unito (13 febbraio) e gli Stati Uniti (la première 21 febbraio a Los Angeles), prima che il calendario delle ulteriori uscite fosse travolto dall’emergenza sanitaria che sta caratterizzando la vita del nostro pianeta in questo 2020, e provocasse la cancellazione di tutte le uscite successive, come quella italiana prevista per l’11 giugno. In modo inedito, almeno per quel periodo, e con grande lungimiranza, nel mese di marzo la casa di distribuzione Universal Pictures ha scelto di rendere disponibile la pellicola sul web attraverso il noleggio su alcune piattaforme online (Chili e Rakuten) – e così tutto il mondo ha potuto conoscere la nuovissima Emma nonostante le sale chiuse.
È in questa modalità che anche noi di JASIT lo abbiamo visto, ognuno nel proprio salotto di casa ma scambiandoci le nostre impressioni. Ed oggi abbiamo scelto di condividerle con Soci e Lettori non solo per rendere conto di questo nuovo omaggio del mondo contemporaneo all’opera di Jane Austen ma anche per invitare chiunque lo gradisca a cogliere l’occasione per condividere con noi e altri Janeite la propria scoperta di questo film.
Buona lettura!

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Emma in italiano

L’articolo originale è apparso sulla rivista di Jane Austen Society of Italy “Due pollici d’avorio”, numero 4 (2016), pagg. 41-47. Per sapere come richiedere l’intero numero, scrivere a info@jasit.it.


(La prima edizione italiana, tradotta da Vittoria
Tedeschi, La Caravella, Roma 1945)

Il 1945 fu un anno particolare per la diffusione dei romanzi di Jane Austen in Italia, visto che proprio in quell’anno apparvero per la prima volta nel nostro paese tre dei sei romanzi canonici: Sense and Sensibility (con il titolo Sensibilità e buon senso, traduzione di Evelina Levi), Persuasion (Persuasione, traduzione di Mario Casalino) e due edizioni di Emma, una tradotta da Mario Casalino e l’altra da Vittoria Tedeschi.
Il primo romanzo di Jane Austen pubblicato in italiano era apparso tredici anni prima; si trattava di Pride and Prejudice, tradotto nel 1932 da Giulio Caprin con il titolo Orgoglio e prevenzione, mentre per Northanger Abbey e Mansfield Park, l’attesa del lettore italiano fu ancora più lunga, visto che le traduzioni comparvero rispettivamente nel 1959 (L’abbazia di Northanger, traduzione di Teresa Pintacuda) e nel 1961 (Mansfield Park, traduzione di Ester Bonacossa della Valle di Casanova e Diana Agujari Bonacossa).

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