Sezione dedicata alle Edizioni Italiane di Emma (Emma – 1816), ordinate per anno di pubblicazione, complete di relativa scheda e di due esempi della traduzione, così da permettere un raffronto col testo originale che trovate di seguito.
Pagina in costante aggiornamento.
Emma
A Novel in Three Volumes
By the Author of “Pride and Prejudice”
London, Printed for John Murray, 1816
(23 dicembre 1815)
Incipit
Emma Woodhouse, handsome, clever, and rich, with a comfortable home and happy disposition, seemed to unite some of the best blessings of existence; and had lived nearly twenty-one years in the world with very little to distress or vex her.
She was the youngest of the two daughters of a most affectionate, indulgent father, and had, in consequence of her sister’s marriage, been mistress of his house from a very early period. Her mother had died too long ago for her to have more than an indistinct remembrance of her caresses, and her place had been supplied by an excellent woman as governess, who had fallen little short of a mother in affection.
C’è zitella e zitella (I-10)
“Never mind, Harriet, I shall not be a poor old maid; and it is poverty only which makes celibacy contemptible to a generous public! A single woman, with a very narrow income, must be a ridiculous, disagreeable old maid! the proper sport of boys and girls; but a single woman, of good fortune, is always respectable, and may be as sensible and pleasant as anybody else. And the distinction is not quite so much against the candour and common sense of the world as appears at first; for a very narrow income has a tendency to contract the mind, and sour the temper. Those who can barely live, and who live perforce in a very small, and generally very inferior, society, may well be illiberal and cross. This does not apply, however, to Miss Bates; she is only too good natured and too silly to suit me; but, in general, she is very much to the taste of everybody, though single and though poor. Poverty certainly has not contracted her mind: I really believe, if she had only a shilling in the world, she would be very likely to give away sixpence of it; and nobody is afraid of her: that is a great charm.”
EDIZIONI ITALIANE
Titolo: Emma
Editore:La caravella, Roma
Traduzione: Vittoria Tedeschi
Pagine: 436, rilegato
Anno di pubblicazione: 1945
Incipit
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa piena di agi ed un felice temperamento, poteva essere considerata in possesso di quanto può rendere felice l’esistenza; ed aveva trascorso i suoi primi ventun anni di vita senza cause serie di preoccupazioni o fastidi.
Era la minore delle due figlie di un padre indulgente ed amorosissimo e, dopo il matrimonio di sua sorella, era diventata in giovanissima età padrona nella casa paterna. Sua madre era morta quando Emma era troppo bambina per serbarne più che un indistinto ricordo, e le sue veci erano state tenute dalla sua istitutrice, la signorina Taylor, una donna eccellente, il cui affetto per lei era stato quasi pari a quello di una madre.
C’è zitella e zitella (capitolo 10)
– Non importa, Harriet, non sarò una vecchia zitella povera; ed è soltanto la povertà che rende il non essere sposate un’inferiorità agli occhi del pubblico generoso. Una donna nubile con una misera entrata deve essere una ridicola, antipatica zitellona, lo zimbello predestinato di ragazzi e ragazze; ma una donna non sposata provvista di beni di fortuna è sempre rispettabile, e può essere intelligente e simpatica quanto chiunque altro. E la distinzione non è completamente senza ragione e senza giustizia come può sembrare a prima vista, perché un’entrata molto ristretta tende ad immiserire la mente e a inacidire il carattere. Quelli che vivono a stento, costretti in una piccola cerchia di gente generalmente molto inferiore, possono ben essere tirati e spinosi. Questo però non si applica alla Bates: per me è troppo buona e sciocca, ma in generale soddisfa il gusto di tutti, benché nubile e benché povera. La povertà non le ha certamente immiserito l’animo; son convinta che se possedesse in questo mondo un solo scellino, sarebbe capace di darne via la metà; nessuno ha paura di lei: questa è una grande attrattiva.
Titolo: Emma
Editore: Garzanti, Milano
Traduzione: Mario Praz
Anno di pubblicazione: 1951
(testo e copertina sono dell’edizione 2007)
Incipit
Emma Woodhouse, avvenente, intelligente e ricca, con una casa provvista di ogni agio e un’indole felice, pareva riunire in sé alcuni dei migliori vantaggi dell’esistenza; ed era vissuta circa ventun anni nel mondo senza quasi conoscere dispiaceri o contrarietà.
Era la minore delle due figlie d’un padre quanto mai affettuoso e indulgente, e, in seguito al matrimonio della sorella, era rimasta padrona di casa assai per tempo. Sua madre era morta da troppi anni perché ella serbasse più d’una vaga memoria delle sue carezze, e aveva fatto veci di madre un’eccellente donna in qualità di governante, che per affetto s’era dimostrata poco meno d’una madre.
C’è zitella e zitella (capitolo 10)
«Non importa Harriet, non sarò mai una povera vecchia zitella; ed è solo la povertà che rende il celibato spregevole agli occhi d’un pubblico generoso! Una donna sola, con una rendita limitatissima, dev’essere una vecchia zitella ridicola, sgradevole! Lo zimbello di ragazzi e di giovinette; ma una donna sola, facoltosa, è sempre rispettabile, e può essere assennata e piacevole come chiunque altro. E la distinzione non va proprio tanto contro la schiettezza e il buon senso del mondo come appare a tutta prima, perché una rendita molto limitata tende a restringere la mente e a inacidire il carattere. Coloro che stentano a vivere, e che son forzati a vivere in una società molto piccola e di solito molto inferiore, posson bene essere meschini e scontrosi. Questo, tuttavia, non calza per Miss Bates; essa è soltanto troppo bonacciona e sciocca per andarmi a genio ma, in genere, essa garba moltissimo a ognuno, sebbene sia nubile e povera. La povertà non ha certo ristretto la sua mente; io credo davvero, che se avesse un solo scellino al mondo, ne darebbe via probabilmente la metà; e nessuno ha paura di lei: e questo costituisce un grande fascino.»
Titolo: Emma
Editore: Rizzoli, Milano
Traduzione: Bruno Maffi
Anno di pubblicazione: 1954
(testo e copertina sono dell’edizione 2007: Jane Austen, Romanzi)
Incipit
Bella, intelligente, ricca, con una casa fatta per viverci bene e un’indole felice, Emma Woodhouse sembrava riunire alcuni dei beni più preziosi della vita; e, in realtà, era vissuta quasi ventun anni nel mondo al riparo da grosse noie o fastidi.
Era la minore di due figlie d’un padre pieno d’affetto e d’indulgenza; e, in seguito al matrimonio della sorella, da molti anni ne reggeva la casa. Sua madre era morta da troppo tempo perché le restasse più che un ricordo confuso delle sue carezze; e ne aveva fatto le veci un’ottima donna assunta come governante ma che, in affetto, le era stata quasi madre.
C’è zitella e zitella (capitolo 10)
«Non se ne dia pensiero, Harriet; non sarò mai una povera vecchia zitella; e non c’è che la povertà a rendere spregevole agli occhi di un pubblico generoso il celibato! Una donna nubile con una rendita da poco è, per forza di cose, una ridicola e sgradevole vecchia zitella, naturale bersaglio di ragazzi e ragazzine; ma una nubile con un buon patrimonio è sempre rispettabile, e può essere assennata e piacente come qualunque altra donna! Né la distinzione urta il buonsenso e il candore del mondo come, a tutta prima, potrebbe forse sembrare; perché una rendita da poco tende a rimpicciolire la mente e a inacidire il carattere. Quelli che appena appena riescono a campare, e per forza di cose vivono in una società ridotta e generalmente molto inferiore, possono essere incolti e meschini. Non è il caso di Miss Bates, intendiamoci; essa è soltanto troppo sciocca e di pasta troppo buona per riuscir di mio gusto; ma in genere, per quanto nubile e povera, va molto a genio a tutti quanti. La povertà non ha certo rimpicciolito la mente; credo che se avesse soltanto uno scellino al mondo, ne darebbe via la metà; e non fa paura a nessuno: il che ha un grande fascino.»
Titolo: Emma
Editore: Alberto Peruzzo Editore, Sesto San Giovanni (MI)
Traduzione: Alberto Salvadeo
Pagine: 213, rilegato
Anno di pubblicazione: 1986
Incipit
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa provvista di ogni comodità e un temperamente allegro, pareva riunire in sé alcune delle migliori fortune che possano capitare nella vita, e viveva da circa ventun anni nel mondo quasi senza aver mai dovuto subire afflizioni o dispiaceri. Era la più giovane delle due figlie di un padre molto affettuoso e indulgente e, in seguito al matrimonio della sorella, era diventata ben presto padrona di casa. Sua madre era morta già da troppo tempo perché lei avesse più di un vago ricordo delle sue carezze e un’eccellente donna in qualità di governante ne aveva fatto le veci, dimostrandosi, per affetto, poco meno di una madre.
C’è zitella e zitella (cap. 10)
«Non preoccupatevi, Harriet. Non sarò mai una povera vecchia zitella, ed è solo la povertà che rende le nubili biasimevoli agli occhi di un pubblico generoso». [Manca tutta la parte successiva del brano]
Titolo: Emma
Editore: Theoria, Roma-Napoli
Traduzione: Sandra Petrignani
Anno di pubblicazione: 1996
(testo e copertina sono della ristampa Theoria 1997)
Incipit
Emma Woodhouse, attraente, intelligente e ricca, casa accogliente e buon carattere, sembrava riunire in sé alcune delle migliori benedizioni che la vita può offrire; era al mondo da quasi ventun anni e ben poco l’aveva ferita o turbata.
Era la minore delle due figlie di un padre affettuosissimo e indulgente e, grazie al matrimonio della sorella, si era ritrovata padrona di casa a un’età decisamente precoce. Sua madre era morta da molto tempo, sicché non ne serbava più che un confuso ricordo di carezze, e il suo posto era stato preso da una governante, donna eccellente, che si era dimostrata nell’affetto vicinissima a una vera mamma.
C’è zitella e zitella (I-10)
– Niente paura, Harriet, non sarò una povera vecchia zitella. È solo la povertà a rendere compassionevole la condizione di nubile a tanta gente che se ne dà pensiero. Una donna sola, con una rendita insufficiente, diventa effettivamente una ridicola patetica vecchia zitella, il bersaglio preferito dei giovani, maschi e femmine. Ma una ricca donna sola è sempre degna di rispetto, e può essere piacevole e brillante come ogni altro individuo. Questa distinzione non è qualcosa che va radicalmente contro l’ingenuità e il senso comune del mondo come può sembrare lí per lí; poiché una rendita insufficiente può impoverire la mente e inacidire il carattere. Chi conduce una vita grama e chi è costretto a vivere all’interno di una società ristretta e in linea di massima inferiore, può essere a buon diritto gretto e scontroso. Ma non è così per la signorina Bates: lei è solo troppo sempliciona e oca per andare bene a me, mentre in generale va molto a genio a tutti, benché sia zitella e povera. Credo proprio che se avesse un solo scellino al mondo, sarebbe capace di darne via la metà. Non ispira paura a nessuno: e questo ha un grande fascino.
Titolo: Emma
Editore: Newton Compton, Roma
Collana: Classici, 98
Traduzione: Pietro Meneghelli
Pagine: 313, brossura
Anno di pubblicazione: 7 novembre 1996
Prezzo: 3000 Lire
Incipit
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un carattere allegro, sembrava riunire in sé il meglio che la vita può offrire, e aveva quasi raggiunto i ventun’anni senza subire alcun dolore o grave dispiacere.
Era la più giovane delle due figlie di un padre estremamente affettuoso e indulgente e, in seguito al matrimonio della sorella, aveva assunto molto presto il ruolo di padrona di casa. La madre era morta da troppi anni perché lei potesse conservare più che un confuso ricordo delle sue carezze, e il suo posto era stato preso da una governante, una bravissima donna, che quanto ad affetto non si era mostrata da meno di una vera madre.
C’è zitella e zitella (capitolo 10)
«Non fa nulla, Harriet, non sarò una povera vecchia zitella; e poi è solo la miseria che rende il celibato spregevole agli occhi di un pubblico generoso! Una donna sola, con una rendita limitatissima, deve essere una ridicola, sgradevole vecchia zitella! Il vero spasso di ragazzi e giovinette; mentre una donna sola ma ricca è sempre rispettabile, e può essere giudiziosa e gradevole come chiunque altro. E la distinzione non va veramente tanto contro la franchezza e il buon senso del mondo come sembra a tutta prima, perché una rendita molto limitata tende a chiudere la mente e a inasprire il carattere. Quelli che sopravvivono con difficoltà e che sono costretti a stare in un ambiente molto piccolo e di solito molto inferiore, possono certo essere ottusi e difficili. Questo, però, non calza per la la signorina Bates; lei è solo troppo bonacciona e sciocca per andarmi a genio ma, in genere, piace moltissimo a tutti, anche se è nubile e povera. La povertà non le ha certo chiuso la mente; io credo proprio che se avesse un solo scellino, probabilmente ne darebbe via la metà; e nessuno ha paura di lei: e ciò costituisce una grande attrattiva.
Titolo: Emma
Editore: Mondadori, Milano
Traduzione: Anna Luisa Zazo
Anno di pubblicazione: 2002
(testo e copertina sono dell’edizione 2009)
Incipit
Bella, intelligente e ricca, con una dimora confortevole e un carattere felice, Emma Woodhouse sembrava riunire in sé alcuni dei vantaggi migliori dell’esistenza; e aveva vissuto quasi ventun anni in questo mondo con scarsissime occasioni di dispiacere o dispetto.
Era la più giovane delle due figlie di un padre affettuoso e indulgente, e, in seguito al matrimonio della sorella, era stata padrona della casa paterna sin da un’età molto giovane. La madre era morta da troppo tempo perché lei avesse più che un vago ricordo delle sue carezze, e il suo posto era stato preso da una istitutrice, una donna eccellente il cui affetto era stato di poco inferiore a quello di una madre.
C’è zitella e zitella (capitolo 10)
«Non datevi pena, Harriet, non sarò una zitella povera; e è soltanto la povertà a rendere disprezzabili agli occhi delle persone generose le donne nubili! Una donna sola, con una modestissima rendita, diventa una ridicola e sgradevole zitella, oggetto designato dei dispetti dei ragazzini; ma una donna sola, convenientemente ricca, è sempre rispettabile, e può essere intelligente e gradevole come ogni altra persona. Né questa differenza è, quanto potrebbe sembrarlo a prima vista, contraria alla sincerità e al buon senso; perché una rendita molto modesta ha una certa tendenza a restringere la mente e inacidire il carattere. Quanti riescono appena a sopravvivere e sono costretti a vivere in un ambiente piccolo e di consueto molto modesto, sono spesso gretti e dispettosi. Questo non si adatta tuttavia alla signorina Bates; è troppo di buon carattere e troppo sciocca per soddisfare me; ma in genere è gradita a tutti, sebbene sia nubile e povera. E senza dubbio la povertà non l’ha resa gretta: credo proprio che, se avesse soltanto uno scellino al mondo, ne cederebbe la metà; e nessuno ha paura di lei: questo è un elemento di grande attrazione.»
Titolo: La famiglia Woodhouse
Editore: Barbès Editore, Firenze
Collana: Classici
Traduzione: Sara Donegà
Pagine: 377, brossura
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 8 Euro
Incipit
Emma Woodhouse, bella, brillante e ricca, con una casa accogliente e un buon carattere, sembrava unire alcune delle migliori benedizioni dell’esistenza; e aveva vissuto per quasi ventuno anni nel mondo con poco di cui angosciarsi o irritarsi.
Era la più giovane delle due figlie del padre più affettuoso e comprensivo; ed era diventata, con il matrimonio della sorella, padrona di casa in un’età molto acerba. Sua madre era morta da troppo tempo per avere più di un ricordo indefinito di carezze; e il suo posto era stato rimpiazzato da una donna eccellente come governante, che era poco meno di una madre nell’affetto.
C’è zitella e zitella (capitolo 10)
«Non vi preoccupate, Harriet, non diventerò una povera vecchia zitella. Spesso il nubilato è considerato male perché viene associato alla povertà; e una donna sola, povera, diventa subito una ridicola, patetica vecchia zitella, facile bersaglio di ragazzi e ragazze. Ma una donna ricca, anche sola, rimane sempre rispettabile, e può essere affascinante e brillante come qualsiasi altro. Questa distinzione si oppone radicalmente all’ingenuità e al buonsenso comune come potrebbe sembrare visto che una rendita insufficiente impoverisce la mente e inacidisce il carattere. Coloro che conducono una vita povera e sono costretti a vivere in classi inferiori, possono essere anche meschini e scontrosi. Non dico che sia così per Miss Bates: è solo troppo sciocca e oca per andare d’accordo con me, ma sta simpatica a molti, anche se zitella e povera. Non è stata la povertà a restringerle la mente. Sono sicura che se avesse un solo scellino ne darebbe via la metà. In più non è temuta da nessuno: cosa che ispira fascino».
Titolo: Emma
Editore: Barbera, Siena
Collana: Nuovi Classici
Traduzione: Giorgio Borroni
Pagine: 469, rilegato con sopraccoperta
Anno di pubblicazione: agosto 2009
Prezzo: 12 Euro
Incipit
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, dotata di una casa accogliente ed un temperamento lieto, sembrava raccogliere in sé le migliori grazie dell’esistenza; ed era stata al mondo per quasi ventuno anni con davvero poche preoccupazioni che la turbassero.
Era la più giovane delle due figlie di una padre molto affettuoso e benevolo e, per via del matrimonio della propria sorella, era divenuta la padrona di casa molto precocemente. Sua madre era morta troppo tempo addietro perché conservasse di lei più che un ricordo indistinto delle sue carezze; il suo posto era stato occupato da una governante, una donna squisita, che aveva preso a volerle bene quasi come una madre.
C’è zitella e zitella (I-10)
“Non importa, Harriet, non sarò mai una povera vecchia zitella… ed è soltanto la povertà a rendere chi non si sposa disprezzabile al generoso pubblico! Una donna sola, con una rendita molto ristretta, deve per forza esser considerata una ridicola e disprezzabile vecchia zitella, oggetto del ludibrio di ragazzi e ragazze! Ma una donna sola che abbia un buon profitto è sempre rispettabile e può esser giudiziosa e piacevole come qualsiasi altro. E tale distinzione non va proprio contro alla schiettezza e al buon senso del mondo come potrebbe apparire sulle prime, perché una rendita parecchio ristretta tende a far restringere la mente e a inacidire il carattere. Quelli che riescono a malapena a sopravvivere e vivono costretti in un tipo di società molto ristretta e solitamente di gran lunga inferiore, possono essere gretti e inclini all’ira. Questo comunque non è associabile alla signorina Bates: è troppo docile e sciocca per andarmi a genio, eppure in genere è apprezzata da tutti, sebbene sola e povera. Di certo la povertà non le ha ristretto la mente: io credo proprio che se possedesse un solo scellino al mondo, di certo sarebbe ben disposta a darne via metà; lei non spiace a nessuno: ecco il suo grande fascino.
Titolo: Emma
Editore: jausten.it (on-line)
Traduzione: Giuseppe Ierolli
Anno di pubblicazione: 8 ottobre 2012
La stessa edizione, a cura della JASIT e con
progetto grafico di Petra Zari, è disponibile
in formato cartaceo su “imiolibro” (link).
Incipit
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un buon carattere, sembrava riunire in sé alcune delle migliori benedizioni dell’esistenza, ed era al mondo da quasi ventun anni con pochissimo ad affliggerla o contrariarla.
Era la minore delle due figlie di un padre molto affettuoso e indulgente, ed era diventata, a seguito del matrimonio della sorella, padrona della casa paterna a un’età molto precoce. La madre era morta da troppo tempo perché lei avesse più di un vago ricordo delle sue carezze, e il suo posto era stato preso da una istitutrice, una donna eccellente, il cui affetto era stato praticamente quello di una madre.
C’è zitella e zitella (capitolo 10)
“Non preoccupatevi, Harriet, non sarò una povera vecchia zitella; ed è solo la povertà a rendere il nubilato spregevole per un pubblico magnanimo! Una donna non sposata, con un’entrata molto esigua, certo che è una vecchia zitella ridicola e antipatica! il bersaglio naturale di ragazzini e ragazzine; ma una donna non sposata, se ricca, è sempre rispettabile, e può essere giudiziosa e gradevole come chiunque altra. E questa distinzione non è affatto in contrasto con il candore e il senso comune, come può apparire in un primo momento, perché un’entrata molto esigua ha la tendenza a restringere la mente, e a inasprire il carattere. Quelli che riescono a malapena a vivere, e che vivono necessariamente in una società molto ristretta e in genere molto inferiore, possono ben essere meschini e scostanti. Questo, tuttavia, non vale per Miss Bates; è solo troppo bendisposta e troppo ridicola per andare a genio e me, ma, in generale, piace moltissimo a tutti, anche se nubile e povera. La povertà non le ha certo ristretto la mente; credo davvero che se avesse un solo scellino al mondo, molto probabilmente ne darebbe via la metà; e nessuno la teme, il che ha il suo fascino.”
Titolo: Emma
Editore: Feltrinelli, Milano
Collana: Universale Economica Feltrinelli / Classici
Traduzione: Bruno Amato
Pagine: 483, brossura
Anno di pubblicazione: aprile 2017
Prezzo: 10 Euro
Incipit
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, dotata di una casa confortevole e di un carattere allegro, sembrava riunire in sé alcuni tra i più bei dono dell’esistenza e aveva vissuto in questo mondo per quasi ventun anni senza aver incontrato molto che l’angosciasse o la deprimesse.
Era la minore di due figlie di un padre affettuosissimo e assai indulgente e in seguito al matrimonio della sorella s’era trovata molto presto a essere la padrona di casa. La madre era morta da troppo tempo perché lei serbasse qualcosa di più di un vago ricordo delle sue carezze, e il suo posto era stato preso da una donna eccellente come istitutrice, che nutriva per lei un affetto che poteva quasi dirsi materno.
C’è zitella e zitella (capitolo 10)
“Non preoccuparti, Harriet, non sarò una povera vecchia zitella; ed è solo la povertà a rendere quella di nubile una condizione spregevole per il pubblico generoso! Una donna non sposata, con un reddito misero, sarà sempre una risibile, sgradevole vecchia zitella! Oggetto di scherno per ragazzi e fanciulle; ma una donna non sposata benestante è sempre rispettabile, e può risultare giudiziosa e simpatica come chiunque altro. E la distinzione non è poi così lontana dal vero o contraria al buonsenso del mondo, come appare a prima vista: perché un reddito molto risicato ha la tendenza a restringere la mente e a inacidire il carattere. Chi tira avanti a stento ed è costretto a vivere in un ambiente assai limitato e di solito assai inferiore, è facile che sia una persona meschina e maligna. Questo però non vale per la signorina Bates: lei è fin troppo accomodante e giuliva per andar bene a me; ma in generale corrisponde ai gusti di tutti, benché non maritata e benché povera. La povertà certamente non ha ristretto la sua mente: credo proprio che se avesse un solo scellino molto probabilmente darebbe via sei penny; e poi nessuno ha paura di lei, e questa è una grande attrattiva.”
Titolo: Emma
Editore: Demetra (Giunti), Firenze
Collana: Passepartout
Traduzione:Alessandro Ceni
Pagine: 473, brossura
Anno di pubblicazione: maggio 2017
Prezzo: 5,90 Euro
Incipit
Emma Woodhouse, avvenente, intelligente e ricca, con una dimora adeguata e un’indole felice, sembrava riunire alcune delle migliori benedizioni dell’esistenza; e aveva trascorso quasi ventun anni nel mondo con poco o nulla che l’avesse afflitta o contrariata.
Era la minore delle due figlie d’un padre tanto affezionato quanto indulgente; e, a seguito del matrimonio della sorella, si era trovata a dirigerne la casa assai presto. Sua madre era morta da troppo tempo perché lei conservasse più che un ricordo indistinto delle sue carezze; e il suo posto era stato colmato da una donna eccellente nelle vesti di istitutrice, che per affetto le era stata pressoché madre.
C’è zitella e zitella (capitolo 10)
«Non datevene pensiero, Harriet: non sarò mai una povera vecchia zitella; ed è la povertà soltanto che rende disprezzabile agli occhi di un pubblico magnanimo il celibato! Una donna nubile con una rendita meschina, dev’essere una ridicola, sgradevole vecchia zitella! Il vero e proprio spasso di ragazzi e ragazze; ma una nubile con un buon patrimonio è sempre rispettabile e può essere assennata e piacevole come chiunque altro! E la distinzione non è poi tanto contro la schiettezza e il buonsenso del mondo, come sembrerebbe a tutta prima; perché una rendita meschina, tende a raggrinzire l’animo e a inasprire il carattere. Quelli che riescono appena a campare, e sono costretti a vivere in un ambiente sociale assai ristretto e solitamente molto inferiore, posso sì essere gretti e scontrosi. Questo, comunque, non si riferisce alla signorina Bates: lei è soltanto troppo benevola e insipida per andarmi a genio; ma, in genere, incontra molto bene il gusto di tutti nonostante sia nubile e povera. La povertà non le ha certo raggrinzito l’animo: credo proprio che se possedesse null’altro che uno scellino, è molto probabile che ne darebbe via la metà; e nessuna la teme… il che è di grande attrattiva.»