La casa che Jane Austen non vide mai

In questi giorni sul web, su testate italiane anche importanti, imperversano articoli che parlano della messa in vendita della casa di Steventon in cui Jane Austen abitò per venticinque anni – ovvero dalla sua nascita, nel dicembre 1775, fino al 1801– e dove la scrittrice stilò le prime stesure di Orgoglio e pregiudizio, Ragione e sentimento e L’abbazia di Northanger.

Ora, chiunque sia stato a Steventon o anche chi conosca sommariamente i luoghi austeniani sa che quella casa non esiste più. Possiamo sapere come era fatta dai Memoir familiari, in particolare da A Memoir of Jane Austen (1869) di suo nipote James Edward Austen-Leigh, che in quella casa abitò dal 1801 al 1819, anno della morte di suo padre James Austen, il fratello maggiore di Jane.

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Viaggio in Austenland, lungo le tracce dei manoscritti

Due Pollici d'avorio n. 2, 2015 - Silvia OgierQuesto articolo ci racconta nel dettaglio le collocazioni dei manoscritti di Jane Austen, tra lettere, opere incompiute e capitoli cancellati. Partiamo con l’autrice per un viaggio in una Austenland fatta di parole vergate da un pennino, fermandoci per un po’ nelle isole britanniche, volando fino agli Stati Uniti e sognando gli antipodi.
Molti, infatti, sono i modi in cui si può viaggiare in Austenland: uno di essi è, appunto, attraverso i manoscritti, testimonianze dirette e concrete della vita e dell’opera di Jane Austen, osservandoli da vicino nei luoghi in cui sono custoditi, oppure ammirandoli da lontano sullo schermo del nostro computer, grazie al prezioso e paziente lavoro di digitalizzazione compiuto da alcune istituzioni culturali.

L’articolo originale è apparso sulla rivista di Jane Austen Society of Italy “Due pollici d’avorio”, numero 2 (2015), pagg. 39-42. Per richiedere l’intero numero, scrivere a info@jasit.it.

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La nostra casa di Chawton

La nostra casa di Chawton, copertinaPrima di diventare la casa-museo di Jane Austen, il Chawton Cottage ha vissuto un progressivo abbandono iniziato dopo la morte di Cassandra Austen, nel 1845. Dopo un secolo, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, solo la determinazione di un gruppo di appassionati ammiratori della grande scrittrice lo ha recuperato trasformandolo nel Jane Austen’s House Museum, da decenni il polo di attrazione di tutti coloro che desiderano conoscere «dal vivo» il contesto reale in cui è germogliato e cresciuto il genio di Jane Austen, e che ha ispirato il quadro sociale e geografico delle sue opere.
In questo articolo, la storia del recupero e della rinascita del centro di gravità di Austenland, che si intreccia con la nascita della prima Jane Austen Society.

L’articolo originale è apparso sulla rivista di Jane Austen Society of Italy “Due pollici d’avorio”, numero 1 (2015), pagg. 8-15. Per richiedere l’intero numero, scrivere a info@jasit.it.

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Due pollici d’avorio Numero 9. Anteprima degli articoli

Tra poco più di un mese, il prossimo 22 ottobre, i Soci della Jane Austen Society of Italy riceveranno il numero 9 di Due pollici d’avorio, la rivista in PDF riservata ai Soci di JASIT.
Vi proponiamo qui l’anteprima degli articoli presenti:

Note austeniane
di GIUSEPPE IEROLLI

Il ballo dei Watson
di GABRIELLA PARISI

Intervista a Manuela Santoni
a cura di MARA BARBUNI

Il mito moderno di Jane Austen: 1817-2017
[seconda parte]
di SILVIA OGIER

Non solo Chawton. Case di scrittori in Gran Bretagna
di MARA BARBUNI

La società in punta di penna. Dopo Jane Austen, Edith Wharton
di MARA BARBUNI

Vi annunciamo che a partire dal prossimo anno Due pollici d’avorio conoscerà un importante rinnovamento, di cui la direttrice vi parlerà nell’Editoriale. A questo proposito, vi invitiamo a scriverci a info@jasit.it se avete qualche richiesta, commento o suggerimento per il futuro della nostra rivista.
Ci auguriamo che in questo ultimo Numero della “vecchia era” troverete tante informazioni interessanti, innumerevoli spunti di approfondimento e un invito a nuove letture austeniane, e che la nostra idea per il nuovo Due pollici, che riceverete nel 2018, incontrerà l’apprezzamento che ci avete sempre dimostrato nel corso di questi tre anni di attività.

A presto!

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Le case di Jane Austen

Il 30 gennaio 2017 la casa editrice flower-ed ha pubblicato il saggio Le case di Jane Austen di Mara Barbuni, co-fondatrice di JASIT e direttrice della rivista dell’associazione, Due pollici d’avorio.

Il libro è dedicato al valore che le case hanno assunto e assumono per Jane Austen e per i suoi personaggi. Mentre ciascuno dei capitoli è dedicato in particolare a uno dei romanzi canonici (con l’eccezione del primo, di natura biografica), il percorso di lettura tracciato da questo saggio prende in esame l’architettura delle case che compaiono nelle storie austeniane, il loro arredamento, gli oggetti che le decorano, il denaro necessario a mantenerle e i guadagni ottenuti dallo sfruttamento (più o meno aggressivo) delle proprietà, i passatempo, la comunicazione, le abitudini alimentari e tanti altri particolari. Scopo di questo lavoro è rinvenire, sei romanzi canonici, il ritratto di un’epoca intera, dal punto di vista della sua realtà storica, economica, estetica e politica – sfondo cruciale per il racconto dei percorsi di maturazione e di crescita individuale delle protagoniste di Jane Austen.

Scheda del libro
Le case di Jane Austen
di Mara Barbuni
flower-ed, Roma
Ebook e brossura (180 pagine)
Prima edizione: gennaio 2017
Euro 7,99 (ebook) e 15 (cartaceo)
ISBN 978-88-97815-87-7

Il libro è reperibile sul sito internet della casa editrice e nelle librerie online. Qui la pagina Amazon dedicata.

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Accadde ad agosto… nella vita di Jane Austen

Una veduta di Lyme Regis

Agosto è il cuore della stagione estiva e per noi, donne e uomini di oggi, rappresenta la pausa per eccellenza, il periodo, cioè, in cui le attività consuete che caratterizzano l’intero anno rallentano a favore di ritmi più lenti o vengono messe da parte per lasciare più spazio alle attività del tempo libero, dello svago, dei viaggi – in breve: alle vacanze.
Ai tempi di Jane Austen, in un’epoca, quella tra fine Settecento e inizio Ottocento, in cui solo la classe sociale più bassa lavorava per vivere (con poche, rarissime eccezioni faticosamente tollerate, per alcuni mestieri della classe media, come ben ci insegna la stessa Jane Austen, con i suoi curati, commercianti, avvocati, militari e istitutrici o governanti), non esisteva un vero e proprio periodo di vacanza.
Ai primi accenni di caldo, chi se lo poteva permettere abbandonava le città per rifugiarsi in campagna o in località di mare o termali (alcune, come Brighton o Bath, erano molto di moda). Di certo, la bella stagione rendeva più facili gli spostamenti per recarsi in visita a parenti e amici o per compiere qualche viaggio alla scoperta delle bellezze paesaggistiche o architettoniche del paese. È chiaro che non si trattava di abitudini di massa, come oggi, ed essenzialmente il mese di agosto era un mese come gli altri.

Mentre ci prepariamo ad affrontare questo “mese spartiacque”, con il Ferragosto che svuoterà le nostre città e renderà tutto quasi immobile in attesa della ripresa del mese di settembre, vi propongo di dare un’occhiata alla vita di Jane Austen per scoprire come lo ha trascorso e quali eventi lo hanno segnato nel corso degli anni, tra vicende familiari e lavoro di scrittura.

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