Due passi per Austenland: Chawton, l’ombelico del mondo austeniano

Quanto a noi va bene ogni cosa;
Come leggerai in una spontanea prosa. –
La penna di Cassandra dirà come stiamo,
Le molte comodità che ci aspettiamo
Qui a Chawton, e quante ne troviamo già
Per soddisfare la nostra intimità;
E di come sappiamo, che una volta finita
Di tutte le altre Case sarà meglio fornita
Che siano mai state costruite o restaurate,
Con stanze ristrette, o stanze dilatate.
(Lettera 69, da Jane a Francis Austen, 26 luglio 1809 – traduzione di G. Ierolli, fonte completa qui)
Chawton-Cottage2In seguito alla triste dipartita di Mr. Austen (21 gennaio 1805) e dopo aver abitato per circa tre anni a Southampton, il 7 luglio del 1809, Jane si trasferì a Chawton, un piccolo paese dello Hampshire, assieme alla madre, la sorella e l’amica Martha Lloyd, per prendere definitiva residenza nell’abitazione di proprietà del fratello Edward, universalmente conosciuta come ‘Chawton Cottage’.

La nuova abitazione, che, pur nella sua manifesta semplicità, si affaccia su un incrocio di strade sempre molto animato, diviene in questi anni il punto d’osservazione prediletto di Jane: la sedia e il modesto tavolino presso la finestra del soggiorno, delineano il profilo più familiare nell’immaginario dei cultori della Austen, un’iconografia, potrei ardire, che corrisponde al suo talento più grande: the observation of human nature (l’osservazione dell’animo umano).
L’entusiasmo di Jane nel ritornare finalmente nell’amato Hampshire, dopo gli anni tribolati che dal 1801 l’avevano allontanata dalla contea natia, è evidente e l’attività letteraria che ne consegue lo dimostra a pieno. La poesia dedicata al fratello Frank – di cui sopra leggete un estratto – risale a pochissimo tempo dopo l’insediamento a Chawton Cottage, ciononostante si avverte già il cambiamento positivo nello stato d’animo di Jane, si percepisce l’inizio di quello che sarà il periodo più creativo, quanto decisivo, per la sua scrittura.

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Due passi per Austenland: un tour di Bath

Nella nostra serie di post dedicata ai luoghi austeniani, “Due passi per Austenland”, per la quale ci siamo lasciati ispirare da Jane Austen: i luoghi e gli amici di Constance Hill (tradotto da noi di JASIT e pubblicato in dicembre 2013 dalla casa editrice JoMarch), abbiamo già trattato di Bath, e in particolare del cuore pulsante della sua società che sono le Assembly Rooms. Questo articolo offre invece una più estesa panoramica della città, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, nella forma di una vera e propria “passeggiata” che tocca tutti i siti esposti allo sguardo di Jane Austen.

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Due passi per Austenland: Steventon e dintorni

Finalmente, vediamo un vecchio appoggiato al cancello del suo giardino. «Può dirci» gli chiediamo ansiose, «dove si trovava la canonica in cui viveva la famiglia Austen, tanto tempo fa?» «Sì che posso» esclama. «Forse avete visto il campo all’angolo dove la strada della chiesa esce da Steventon Lane? Bene, se l’avete visto, avete notato una pompa al centro del campo?» «Sì, sì!» «Bene, quella pompa stava nella lavanderia sul retro della canonica. C’è un pozzo sotto la pompa. Gli Austen prendevano l’acqua da quel pozzo. Ero piccolo quando la vecchia casa fu abbattuta ma ricordo bene di aver visto tutti i mattoni e le macerie sparsi sul terreno.»

Così leggiamo a pag. 40 di Jane Austen: i luoghi e gli amici di Constance Hill, e nella pagina seguente possiamo vedere il disegno della sorella Ellen, che catturò l’immagine di quella pompa che ora non è più visibile.

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Due passi per Austenland: Sotherton o Stoneleigh?

L’immaginazione di Fanny si era preparata per qualcosa di più grandioso di una semplice sala ampia e oblunga, fornita del necessario per le devozioni, senza nulla di più eccitante o di più solenne della profusione di mogano, e di cuscini di velluto purpureo sui parapetti della galleria riservata alla famiglia nella parte alta.
(Mansfield Park, cap. 9)

La gita a Sotherton Court, la residenza di Mr. Rushworth in Mansfield Park, che occupa due interi capitoli del romanzo (9 e 10, oltre alla fine del capitolo 8), contiene uno dei passaggi più interessanti del romanzo, quello dove vengono descritte le schermaglie tra i vari gruppi in cui si divide la compagnia durante la passeggiata nel parco. All’inizio è esplicitamente messa in evidenza la suddivisione simmetrica dei nove personaggi in tre gruppi di tre (Fanny/Edmund/Mary Crawford – Maria/Henry Crawford/Mr. Rushworth – Julia/Mrs. Norris/Mrs. Rushworth), in ciascuno dei quali sono presenti amori e malumori, per poi mescolare le carte con separazioni e ricongiungimenti perfettamente calcolati per essere funzionali al gioco tra le parti. Uno schema molto settecentesco, in cui alla razionalità della suddivisione simmetrica si unisce l’intrecciarsi di sentimenti diversi, che di volta in volta uniscono e dividono i personaggi nei, e tra, i diversi gruppi.

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Due passi per Austenland: Le Assembly Rooms di Bath

Nel leggere L’Abbazia di Northanger, si sente parlare con gran fervore ed entusiasmo delle due Assembly Rooms di Bath (1), le Upper Rooms e le Lower Rooms.
Il lettore comune, chi legge Jane Austen per la prima volta o non sia pratico di Bath, è spinto erroneamente a credere che esse si trovassero in un unico edificio: il loro nome fa pensare, infatti, a sale collocate al piano superiore e inferiore di una stessa costruzione.

Assembly Rooms, Bath
Assembly Rooms, Bath

Questa erronea convinzione, poi, sembra essere confermata in una cittadina come Bath – in cui pochissimo è cambiato dall’epoca di Jane Austen – dall’esistenza di un unico edificio, costituito di “una grande serie di appartamenti che si aprono l’uno nell’altro”. Quel che instilla il seme del dubbio è la collocazione di tali appartamenti “tutti su un livello con il cortile lastricato esterno”. (2)

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Due passi per Austenland: Godmersham Park

Sono tutta sola. Edward se n’è andato nei suoi Boschi. – In questo momento ho cinque Tavoli, Ventotto Sedie e due caminetti tutti per me.

È il 3 novembre del 1813, e Jane Austen sta scrivendo alla sorella Cassandra da Godmersham Park, la residenza nel Kent del fratello Edward, che dall’anno precedente non si chiamava più Austen ma Knight, il cognome del lontano parente che lo aveva adottato da bambino. Le parole di JA sulle sedie, i tavoli e i caminetti a sua disposizione ci forniscono una descrizione concisa ma puntuale delle sue sensazioni nel ritrovarsi in quella casa così lussuosa, così diversa dal cottage di Chawton dove le Austen risiedevano dal 1809.

Godmersham Park: facciata anteriore
Godmersham Park: facciata anteriore

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