Abbiamo tradotto oggi un articolo pubblicato da Shannon Winslow sul blog Austen Authors il 28 agosto 2013, che riguarda Jane Austen e il linguaggio dei fiori.
Quando una rosa è più che una semplice rosa
di Shannon Winslow
Di recente un’amica mi ha suggerito di scrivere un post sul linguaggio dei fiori. Si tratta di qualcosa di cui, praticamente, non sapevo nulla ma, dal momento che amo i fiori di ogni specie, l’idea mi ha subito intrigata. Inoltre, ho dedotto che questo mi avrebbe dato l’opportunità di utilizzare alcune delle centinaia (o forse migliaia) di immagini di fiori che ho collezionato nel corso degli anni!
Il primo passo, comunque, è stato quello di stabilire un collegamento con Jane Austen. Una ricerca su Google mi ha portato a numerose voci che collegavano i due termini (‘Jane Austen’ e ‘linguaggio dei fiori’). Sfortunatamente, sembravano risalire tutti alla stessa fonte incompleta, ovvero Wikipedia, che dice (in parte):
Il linguaggio dei fiori, chiamato anche florigrafia, è un mezzo di comunicazione criptata attraverso l’utilizzo o la disposizione dei fiori. Ai fiori è stato attribuito un significato da migliaia di anni, e alcune forme di florigrafia sono state praticate nelle culture tradizionali in Europa, Asia e Medio Oriente […] L’interesse nella florigrafia ricevette uno slancio nell’Inghilterra vittoriana e negli Stati Uniti durante il XIX secolo. Doni di fiori, piante e particolari disposizioni floreali furono utilizzate per mandare un messaggio codificato al ricevente, permettendo così al mittente di esprimere sentimenti che non potevano essere manifestati ad alta voce nella società vittoriana. Armati di dizionari dei fiori, i vittoriani spesso si scambiavano piccoli “bouquet parlanti”, chiamati nosegay o tussie-mussie, (1) che potevano essere indossati o portati come un accessorio alla moda. […] (e, riguardo al suo utilizzo in letteratura) […] William Shakespeare, Jane Austen, Charlotte e Emily Brontë e l’autrice per bambini Frances Hodgson Burnett, fra gli altri, utilizzarono il linguaggio dei fiori nei loro scritti.
Tutto qui: nessun chiarimento circa il dove o il come si suppone che Jane Austen abbia usato questo linguaggio criptico per comunicare un significato nascosto. La mia indagine personale (ho cercato nell’intero data base dei suoi scritti la parola “fiore”) mi ha portato a questo promettente passaggio de L’Abbazia di Northanger. Si tratta di una conversazione fra Catherine Morland e Henry Tilney. Lei dice:
“Ho appena imparato ad amare i giacinti.”
“E come lo avete imparato? Per caso o col ragionamento?”
“Me l’ha insegnato vostra sorella; non so dirvi come. Mrs. Allen ha sempre cercato, anno dopo anno, di farmeli piacere, ma io non ci sono mai riuscita, finché non li ho visti l’altro giorno a Milsom Street; di natura i fiori mi sono indifferenti.”
“Ma ora amate i giacinti. Tanto meglio. Avete guadagnato una nuova fonte di piacere, ed è bene avere il maggior numero possibile di supporti per la felicità. Inoltre, il gusto per i fiori è sempre desiderabile nel vostro sesso, se non altro per farvi uscire di casa, e invogliarvi a fare movimento più di quanto fareste altrimenti. E sebbene l’amore per i giacinti sia di natura piuttosto domestica, chi può dire che una volta destato questo sentimento non arriviate ad amare le rose?”
“Ma io non ho bisogno di nessuna scusa per uscire di casa. Il piacere di camminare e prendere aria per me è sufficiente, e col tempo buono esco per più di metà del mio tempo. Mamma dice che non sto mai in casa.”
“A ogni modo, comunque, mi fa piacere che abbiate imparato ad amare i giacinti. Quello che conta è proprio l’abitudine a imparare ad amare…” (2)
Aha! Per decifrare questo passaggio, avevo soltanto bisogno di sapere cosa significassero “giacinto” e “rosa”! Un’impresa non così facile, in definitiva, perché c’è un’ampia gamma di significati attribuiti a questi due fiori, a seconda dei diversi elenchi e del colore del fiore in questione (che nel brano non ci viene detto).
Per ‘giacinto’ ho trovato questi diversi significati: gelosia (giallo), amabilità e devozione (bianco), giocosità (rosso o rosa), costanza (blu) e ‘mi dispiace’/’perdono’ (viola). Quale di questi colori aveva in mente Jane Austen? Punto il mio denaro sull’ultimo, non solo perché viola è un colore molto comune nei giacinti, ma per ciò che accade in seguito nella storia. Forse questo accenno annuncia quanto sarà spiacente Catherine in seguito, per aver sospettato il padre di Henry (il generale Tilney) di essersi sbarazzato della moglie. Provare il massimo rimorso a causa della cattiva abitudine di lasciare che la sua fervida immaginazione la condizioni, rappresenta una tappa importante nell’evoluzione del personaggio di Catherine – una tappa che la allontana dall’adolescenza e l’avvicina all’essere donna.
Per ‘rosa’ ho trovato un elenco di significati più lungo che per qualsiasi altro fiore. Apparentemente, essa è in grado di trasmettere messaggi più precisi degli altri, affidando sottigliezze di significato non solo al colore, ma anche al numero di fiori, alla specie a alle loro condizioni. Per esempio, un bouquet di rose ben aperte, rappresenta gratitudine. Una rosa bianca (o un bocciolo di un colore qualsiasi) sembra rappresentare innocenza, purezza o verginità. Sulla stessa linea, una rosa bianca essiccata dice che la morte è preferibile alla perdita della virtù! Il rosso scuro è adatto al lutto. Il giallo indica ancora gelosia. Una rosa senza spine parla di amore a prima vista. E se doni a qualcuno una foglia, significa: “Puoi sperare”.
Questa non è certamente una lista esauriente di quel che si può trasmettere con il più comunicativo dei fiori. Ma, generalmente, il significato preferito sembra essere quello di amore romantico, anche passionale (specialmente se la rosa è rossa). Questo non dovrebbe sorprendere nessuno. E senza dubbio è ciò che Henry Tilney ha in mente quando dice a Catherine che spera che vada oltre l’interesse per i giacinti e arrivi a preferire le rose. Lui è pronto per l’amore, ma sa che Catherine non lo è ancora. Ha ancora delle cose da imparare.
Ho trovato interessante che Mrs Allen non sia mai riuscita a far appassionare Catherine ai fiori. Eppure adesso, dopo aver incontrato Mr Tilney e la sorella, all’improvviso è interessata a imparare ad amarli. Ha vissuto l’esperienza di un risveglio; adesso è aperta a nuove possibilità. E poi Henry riassume per noi l’argomento più rilevante dicendo: “Quello che conta è proprio l’abitudine a imparare ad amare”.
Ora, con tutto quel che abbiamo discusso, rileggiamo di nuovo il passaggio da L’Abbazia di Northanger. Il mio ragionamento è valido? È del tutto possibile che io abbia colto nel brano più di quanto intendesse Jane Austen. Cosa ne pensate? Ci sono significati nascosti, oppure una rosa è una semplice rosa?
Shannon Winslow conduceva un’esistenza tranquilla, con una famiglia e un lavoro concreto, quando all’improvviso Jane Austen le ha cambiato la vita. Entusiasta di tutto ciò che riguarda Jane Austen (in particolare Orgoglio e pregiudizio), ha scritto un sequel del suo libro preferito, dal titolo The Darcys of Pemberley, e da allora non si è più voltata indietro. Ora continua a scrivere a tempo pieno e ha pubblicato due altri romanzi ispirati a Jane Austen (For Myself Alone e Return to Longbourn). Altre storie sono in cantiere. Vive a sud di Seattle col marito.
Sito Autrice
(1) Entrambi i termini, che abbiamo preferito mantenere in inglese, indicano un mazzolino di fiori.
(2) L’Abbazia di Northanger, volume II capitolo 7 (22). Traduzione di Giuseppe Ierolli.
3 commenti
Penso di sì che in Jane Austen nulla sia casuale e mi hai fatto tornare in mente questo passo delle lettere: “su mia richiesta particolare lui ci procurerà dei Lillà. Non posso fare a meno dei Lillà, per amore del verso di Cowper. – Si parla anche di un Laburno”: qui il prof. Ierolli ha tempestivamente citato il poema The Task di Cowper, VI, 149-150: “…Laburno, ricco/di fiori dorati; lillà, avorio puro” L. 50 del 1807 a Cassandra; volume Lettere, trad. Ierolli, pg. 181.
Il lillà simboleggia l’amore nascente, quello bianco sta ad indicare giovinezza / fanciullezza/ innocenza / emozioni d’amore.
Vorrei anche aggiungere che estremamente pertinente ed azzeccato è stato da parte di JASIT nell’edizione di Orgoglio e Pregiudizio aver rappresentato queste due caratteristiche con il loro fiore corrispondente: l’amarillide e la lavanda!
Infatti abbiamo suggerito a Claire di utilizzare giacinti e rose quando si tratterà di preparare la copertina di Northanger Abbey 🙂