Una carrozza per Winchester di Giovanna Zucca

Una carrozza per WinchesterDal 27 settembre sarà disponibile il libreria un romanzo che parla degli ultimi mesi di vita di Jane Austen, dal titolo Una carrozza per Winchester. Autrice di questo romanzo è Giovanna Zucca, scrittrice poliedrica e appassionata di Jane Austen.

Strumentista e aiuto anestesista in sala operatoria, Giovanna Zucca conosce il morbo di Addison, che si presume sia la malattia di cui è morta Jane Austen, una patologia alle ghiandole surrenali oggi curabile. L’autrice si è sempre rammaricata sapendo che Addison avrebbe scoperto la malattia solo alcuni anni dopo (la descrisse nel 1849 circa). Inoltre è stata incuriosita dalla figura di questo grande scienziato, che morì suicida all’apice del successo. Da qui è nata la sua idea di annullare lo spazio temporale e fare incontrare i due personaggi in modo che Addison scoprisse il morbo alcuni anni prima del tempo, proprio su Jane Austen, con una storia di finzione che affonda le radici nella vita reale della scrittrice inglese.
Ci sono alcuni brani tratti dalle lettere a Cassandra, personaggi storici come i fratelli di Jane, Henry e Cassandra, lo stesso Addison e il suo collega e amico Hodgkin, considerato uno dei padri della moderna medicina.
La figura di Jane Austen che ne esce fuori è ironica, fragile ma granitica nella sua visione del mondo moderna e ribelle.
Questo romanzo è uno dei tanti omaggi alla scrittrice in quest’anno di festeggiamenti per il bicentenario della pubblicazione di Orgoglio e pregiudizio, iniziati il 28 gennaio e che proseguiranno per tutto il 2013 in tutto il mondo con numerose iniziative e manifestazioni, a testimonianza di una passione senza tempo per lei e per i suoi romanzi.

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Quando una rosa è più che una semplice rosa: il linguaggio dei fiori in Jane Austen

Abbiamo tradotto oggi un articolo pubblicato da Shannon Winslow sul blog Austen Authors il 28 agosto 2013, che riguarda Jane Austen e il linguaggio dei fiori.

Quando una rosa è più che una semplice rosa
di Shannon Winslow

rododendri 1Di recente un’amica mi ha suggerito di scrivere un post sul linguaggio dei fiori. Si tratta di qualcosa di cui, praticamente, non sapevo nulla ma, dal momento che amo i fiori di ogni specie, l’idea mi ha subito intrigata. Inoltre, ho dedotto che questo mi avrebbe dato l’opportunità di utilizzare alcune delle centinaia (o forse migliaia) di immagini di fiori che ho collezionato nel corso degli anni!

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Impressioni meteorologiche negli scritti di Jane Austen

Introduzione. La prima volta che ho visto Orgoglio e pregiudizio di Joe Wright (2005), la mia attenzione è stata immediatamente attirata dall’importanza data dal regista alle condizioni atmosferiche che facevano da cornice agli eventi raccontati. Il film è, a mio parere, influenzato da una prospettiva critica piuttosto recente, volta a riscontrare nell’opera di Austen accenni di quel movimento romantico che stava iniziando a travolgere la cultura inglese ed europea.

Se si osserva l’abbigliamento dei personaggi si notano, specie in alcuni episodi, un certo disordine, una sorta di negligenza e incuria che sono tipiche della temperie romantica, così concentrata sull’individualità, sull’analisi interiore e sul rigetto delle convenzioni sociali: quando ad esempio si vede Matthew McFayden entrare nello studio del padre di Elizabeth per chiedere la sua mano, la sciatteria dei suoi abiti non è certo adeguata all’occasione. Anche l’attenzione per l’ambiente naturale, palesata nel film sin dalle sue primissime scene (il sorgere del sole, il pigolare degli uccelli, e in seguito, ancora più concretamente, la passeggiata del maiale sotto gli occhi di Mrs. Bennet), ricorda la filosofia romantica, e raggiunge il culmine della sua rappresentazione nelle scene in cui il tempo atmosferico diventa uno dei protagonisti della vicenda narrata. La prima dichiarazione d’amore di Darcy a Lizzy, che nel romanzo si svolge tra le mura di Hunsford, viene invece immaginata da Joe Wright all’aperto, e nel corso di un tremendo temporale: il tempo atmosferico era interpretato dai romantici come uno specchio delle emozioni umane, e non c’è dubbio che questo incontro tra i due protagonisti possa essere definito tempestoso.

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Una bambina in un “giardino molto ben curato”(*): Mansfield Park vs. Jane Eyre

Vi presentiamo oggi un articolo di Monica Fairview apparso il 24 agosto 2013 su The Book Rat, che riguarda le somiglianze fra Mansfield Park e Jane Eyre di Charlotte Brontë, un argomento che vale davvero la pena esplorare e discutere.

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Per me era terribile tornare a casa al tramonto, con le dita delle mani e dei piedi intirizzite, il cuore afflitto per via dei rimproveri di Bessie, la bambinaia, e umiliata dalla consapevolezza della mia inferiorità fisica in confronto a Eliza, John e Georgiana…
Eliza John e Georgiana si erano riuniti intorno alla loro mamma in salotto, dove lei si era sdraiata su un divano vicino al caminetto, e con i suoi piccoli cari tutti intorno a sé (in quel momento nessuno di loro litigava o piangeva) sembrava completamente felice. Quanto a me, mi aveva proibito di unirmi al gruppo dicendo che “le dispiaceva dovermi tenere a distanza”, ma che “finché Bessie, dopo attenta osservazione, non le avesse riferito che io mi stavo dando da fare sul serio per assumere un atteggiamento più socievole, proprio come si addice alla mia età, e maniere più cortesi – un atteggiamento più allegro, più aperto, più naturale di quanto non fosse il mio – si vedeva davvero costretta a escludermi da quei privilegi riservati soltanto ai bambini felici e sorridenti. (**)

Così inizia Mansfield Park. Una bambina che non appartiene all’ambiente in cui vive viene rimproverata perché non si comporta in un modo socialmente più appropriato.

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La cara zia Jane

Romina Angelici stavolta scava nelle lettere di JA per raccontarci il rapporto con i nipoti e le nipoti.

La famiglia Austen non difettava di discendenti: dal 1793 (nascita di Fanny, figlia di Edward) al 1817 (l’anno della morte di JA e della nascita di Elizabeth, figlia di Frank) ne nacquero venticinque da quattro degli otto figli del rev. Austen e della moglie Cassandra Leigh: James. Edward, Frank e Charles (George, Cassandra e Jane non si sposarono, e Henry si sposò due volte ma non ebbe figli).

I nipoti
I nipoti

Quasi tutti sono citati da JA, e quattro di loro (i tre figli di James – Anna, James Edward e Caroline – e la primogenita di Edward, Fanny) sono anche destinatari di alcune lettere, oltre a un biglietto scherzoso del gennaio 1817 (con parole scritte al contrario) indirizzato a una delle figlie di Charles, Cassandra Esten, che all’epoca aveva poco più di otto anni.
Le notizie o i riferimenti alle due nipoti più grandi, Fanny e Anna (nate entrambe nel 1793) dimostrano sia come fossero diventati abbastanza grandi da fornire materia di interesse e conversazione tra le due zie, sia come lo stesso atteggiamento di Jane verso di loro stesse cambiando: premuroso e complice allo stesso tempo, affettuoso e obiettivo, da “Zia”.

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Abnegazione e dispotismo della malattia in Emma

Traduciamo oggi l’articolo di Monica Fairview apparso il 7 agosto su Roof Beam Reader.

ABNEGAZIONE E DISPOTISMO DELLA MALATTIA IN EMMA

Naturalmente chiunque conosca un po’ Emma sa che Mr Woodhouse è il peggiore degli ipocondriaci. Eppure basta soltanto un paragone superficiale fra Mr Woodhouse e Mary Musgrove in Persuasione per capire come mai Mr Woodhouse sia così benvoluto malgrado le sue ossessive fobie riguardanti la salute. Al contrario di Mary, che utilizza la malattia a suo personale ed egoistico vantaggio, la preoccupazione di Mr Woodhouse per la salute di tutti è di larga portata. Si estende addirittura ai cavalli che portano Isabella e John Knightley a Hartfield.

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Come lettori riusciamo ad accettare Mr Woodhouse come non potremmo mai accettare Mary. Lui è una gentile fonte di divertimento, ma Jane Austen non lo sottopone mai alla sferzante frusta del suo giudizio. Tutti a Highbury conoscono le sue ansie – “i vicini sapevano quanto gli piacesse che ci si informasse di lui” (capitolo 39) – ed essi sono felici di fargli questa cortesia, dal momento che l’agitazione di Mr Woodhouse per gli altri si traduce in termini concreti – come, per esempio, rifornire le Bates di tagli di carne dei maiali di Hartfield, dal momento che considera quei maiali più sani degli altri.

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