Impressioni meteorologiche negli scritti di Jane Austen

Introduzione. La prima volta che ho visto Orgoglio e pregiudizio di Joe Wright (2005), la mia attenzione è stata immediatamente attirata dall’importanza data dal regista alle condizioni atmosferiche che facevano da cornice agli eventi raccontati. Il film è, a mio parere, influenzato da una prospettiva critica piuttosto recente, volta a riscontrare nell’opera di Austen accenni di quel movimento romantico che stava iniziando a travolgere la cultura inglese ed europea.

Se si osserva l’abbigliamento dei personaggi si notano, specie in alcuni episodi, un certo disordine, una sorta di negligenza e incuria che sono tipiche della temperie romantica, così concentrata sull’individualità, sull’analisi interiore e sul rigetto delle convenzioni sociali: quando ad esempio si vede Matthew McFayden entrare nello studio del padre di Elizabeth per chiedere la sua mano, la sciatteria dei suoi abiti non è certo adeguata all’occasione. Anche l’attenzione per l’ambiente naturale, palesata nel film sin dalle sue primissime scene (il sorgere del sole, il pigolare degli uccelli, e in seguito, ancora più concretamente, la passeggiata del maiale sotto gli occhi di Mrs. Bennet), ricorda la filosofia romantica, e raggiunge il culmine della sua rappresentazione nelle scene in cui il tempo atmosferico diventa uno dei protagonisti della vicenda narrata. La prima dichiarazione d’amore di Darcy a Lizzy, che nel romanzo si svolge tra le mura di Hunsford, viene invece immaginata da Joe Wright all’aperto, e nel corso di un tremendo temporale: il tempo atmosferico era interpretato dai romantici come uno specchio delle emozioni umane, e non c’è dubbio che questo incontro tra i due protagonisti possa essere definito tempestoso.

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Una bambina in un “giardino molto ben curato”(*): Mansfield Park vs. Jane Eyre

Vi presentiamo oggi un articolo di Monica Fairview apparso il 24 agosto 2013 su The Book Rat, che riguarda le somiglianze fra Mansfield Park e Jane Eyre di Charlotte Brontë, un argomento che vale davvero la pena esplorare e discutere.

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Per me era terribile tornare a casa al tramonto, con le dita delle mani e dei piedi intirizzite, il cuore afflitto per via dei rimproveri di Bessie, la bambinaia, e umiliata dalla consapevolezza della mia inferiorità fisica in confronto a Eliza, John e Georgiana…
Eliza John e Georgiana si erano riuniti intorno alla loro mamma in salotto, dove lei si era sdraiata su un divano vicino al caminetto, e con i suoi piccoli cari tutti intorno a sé (in quel momento nessuno di loro litigava o piangeva) sembrava completamente felice. Quanto a me, mi aveva proibito di unirmi al gruppo dicendo che “le dispiaceva dovermi tenere a distanza”, ma che “finché Bessie, dopo attenta osservazione, non le avesse riferito che io mi stavo dando da fare sul serio per assumere un atteggiamento più socievole, proprio come si addice alla mia età, e maniere più cortesi – un atteggiamento più allegro, più aperto, più naturale di quanto non fosse il mio – si vedeva davvero costretta a escludermi da quei privilegi riservati soltanto ai bambini felici e sorridenti. (**)

Così inizia Mansfield Park. Una bambina che non appartiene all’ambiente in cui vive viene rimproverata perché non si comporta in un modo socialmente più appropriato.

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La cara zia Jane

Romina Angelici stavolta scava nelle lettere di JA per raccontarci il rapporto con i nipoti e le nipoti.

La famiglia Austen non difettava di discendenti: dal 1793 (nascita di Fanny, figlia di Edward) al 1817 (l’anno della morte di JA e della nascita di Elizabeth, figlia di Frank) ne nacquero venticinque da quattro degli otto figli del rev. Austen e della moglie Cassandra Leigh: James. Edward, Frank e Charles (George, Cassandra e Jane non si sposarono, e Henry si sposò due volte ma non ebbe figli).

I nipoti
I nipoti

Quasi tutti sono citati da JA, e quattro di loro (i tre figli di James – Anna, James Edward e Caroline – e la primogenita di Edward, Fanny) sono anche destinatari di alcune lettere, oltre a un biglietto scherzoso del gennaio 1817 (con parole scritte al contrario) indirizzato a una delle figlie di Charles, Cassandra Esten, che all’epoca aveva poco più di otto anni.
Le notizie o i riferimenti alle due nipoti più grandi, Fanny e Anna (nate entrambe nel 1793) dimostrano sia come fossero diventati abbastanza grandi da fornire materia di interesse e conversazione tra le due zie, sia come lo stesso atteggiamento di Jane verso di loro stesse cambiando: premuroso e complice allo stesso tempo, affettuoso e obiettivo, da “Zia”.

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Abnegazione e dispotismo della malattia in Emma

Traduciamo oggi l’articolo di Monica Fairview apparso il 7 agosto su Roof Beam Reader.

ABNEGAZIONE E DISPOTISMO DELLA MALATTIA IN EMMA

Naturalmente chiunque conosca un po’ Emma sa che Mr Woodhouse è il peggiore degli ipocondriaci. Eppure basta soltanto un paragone superficiale fra Mr Woodhouse e Mary Musgrove in Persuasione per capire come mai Mr Woodhouse sia così benvoluto malgrado le sue ossessive fobie riguardanti la salute. Al contrario di Mary, che utilizza la malattia a suo personale ed egoistico vantaggio, la preoccupazione di Mr Woodhouse per la salute di tutti è di larga portata. Si estende addirittura ai cavalli che portano Isabella e John Knightley a Hartfield.

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Come lettori riusciamo ad accettare Mr Woodhouse come non potremmo mai accettare Mary. Lui è una gentile fonte di divertimento, ma Jane Austen non lo sottopone mai alla sferzante frusta del suo giudizio. Tutti a Highbury conoscono le sue ansie – “i vicini sapevano quanto gli piacesse che ci si informasse di lui” (capitolo 39) – ed essi sono felici di fargli questa cortesia, dal momento che l’agitazione di Mr Woodhouse per gli altri si traduce in termini concreti – come, per esempio, rifornire le Bates di tagli di carne dei maiali di Hartfield, dal momento che considera quei maiali più sani degli altri.

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Una nuova pagina: JA Study Guide

Un’immagine della Bodleian Library, da bodley.ox.ac.uk

Oggi presentiamo una nuova pagina di jasit.it: è una “guida allo studio” dedicata a tutti coloro che, come noi, sono così appassionati dell’opera e della biografia di Jane Austen da desiderare di saperne sempre di più. Anche gli studenti (di tutte le età e di tutti i livelli scolastici – dalle scuole superiori all’università) potranno beneficiare delle informazioni contenute in questa pagina; potranno consultarla infatti come una “bibliografia ragionata” nella quale trovare tanti testi da consultare, da leggere e da citare per approfondire la loro conoscenza della nostra autrice e per poter poi scrivere eventuali elaborati, tesine o tesi di laurea. Speriamo davvero che possa esservi utile!

Per accedere alla pagina, cliccate su https://www.jasit.it/jane-austen-study-guide/

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Lizzy e Darcy, i disfunzionali prediletti del mondo – di Nadia Terranova

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Pubblichiamo oggi un articolo che Nadia Terranova, scrittrice e traduttrice (sua è la traduzione italiana dei graphic novel che Marvel ha tratto dai romanzi austeniani, come indicato nel post dedicato alla recente pubblicazione di Orgoglio e Pregiudizio) ha scritto lo scorso mese di gennaio per celebrare il Bicentenario del capolavoro di Jane Austen, Orgoglio e Pregiudizio.
L’articolo è apparso per la prima volta il 17 gennaio 2013 sul blog di Nadia Terranova: http://nadiaterranova.com/2013/01/17/orgoglio-e-pregiudizio-200/

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Lizzy e Darcy, i disfunzionali prediletti del mondo

Tra una settimana Orgoglio e pregiudizio compie duecento anni, però sembra proprio un ragazzino.

«Devo confessare che ritengo Elizabeth la creatura più deliziosa mai stampata e non so proprio come farò a sopportare quelli a cui non piacerà» scrive Jane Austen alla sorella il giorno dopo la pubblicazione. Come per ogni capolavoro che si rispetti il travaglio era stato faticoso: dalle trattative con l’editore l’autrice era uscita con un certo malcontento («Egerton paga 110 sterline. Ne avrei volute 150, ma non potevamo essere entrambi soddisfatti») e prima ancora c’era stata la solita storia di rifiuti e riscritture (la prima versione era tornata al mittente senza neanche essere stata degnata di una lettura). Un mese dopo, in un’altra lettera, Austen rincara la dose: «La sua predilezione per Darcy ed Elizabeth mi basta», taglia corto parlando della nipote, «Se vuole può anche detestare gli altri personaggi». Vedeva giusto. Tra film, fiction, musical, fumetti e adattamenti di ogni tipo, la coppia di Orgoglio e pregiudizio non è più solo la prediletta dell’autrice e dei suoi parenti, è diventata la prediletta del mondo intero. La signorina Bennet e il signor Darcy sono usciti dal salotto della famiglia Austen per invadere il nostro: basti pensare all’Inghilterra quando andò in onda lo sceneggiato della BBC con Colin Firth, le strade si svuotavano e le famiglie si riunivano davanti al televisore come da noi forse solo ai tempi di Rischiatutto. Se poi c’è qualcuno che pensa ancora che quello austeniano sia un culto di genere, farebbe bene a leggere questo libro di William Deresiewicz (La vita secondo Jane Austen, N.d.R.) in cui l’autore – sì, un uomo – racconta come Orgoglio e pregiudizio l’abbia aiutato a mettere a fuoco dove stava sbagliando con la ragazza con cui usciva.

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