Gita a Lyme Regis

Partecipa al nostro Speakers’ Corner dedicato ad Austenland Alessandra Quattrocchi, che ci racconta la sua visita a Lyme Regis.

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Foto di Alessandra Quattrocchi

Dopo aver detto “Laim Regis” per una vita, ho scoperto che si dice “Laim Rigis”, perché quel buffo genitivo latino si pronuncia all’inglese. Sono partita da Londra per visitare la minuscola cittadina sulla costa del Devon, alla ricerca di un pezzo di Persuasion. Lyme Regis, poche case arrampicate su una scogliera lungo un parco dall’erba curatissima digradante lungo il mare: una località turistica piena di bei negozi affacciata su un’insenatura dove la marea va profondamente su e giù, come in tutta la costa. Ha anche una pagina Facebook – per dimostrare al mondo che in 150 anni non è gran che cambiata… C’è un treno diretto per Axminster, la stazione più vicina, ma da Londra non è una gita dalla mattina alla sera: troppo lungo il viaggio, tre ore buone. Per cui ho cercato una stanza in un pub – che facesse anche cucina senza glutine perché sono celiaca. L’ho trovato e sono partita con il cuore più leggero.

Da Axminster si arriva anche con un autobus, ma a me hanno consigliato il taxi dalla stazione perché costa 15 sterline ed è, dicono, più affidabile… Quello che non mi aspettavo è l’aria. Appena scesi dal vagone, anche se Axminster non è sul mare, si viene avvolti da un intenso profumo di oceano: una miscela di alghe, merluzzo fresco e vento marino, impensabile alle nostre latitudini mediterranee. È il tipo di profumo che sarebbe insopportabile da un’altra parte, ma che si vorrebbe mettere in una boccetta per portarselo via, respirarlo e ritemprarsi di tanto in tanto.

Il tassinaro che mi porta sul mare mi dice che lui ha sempre vissuto qui, e se ne andrebbe volentieri, ma ha moglie e tre figli. “Ma è bellissimo” dico io. “Bello… sì. Ma qui dopo le sei di sera non c’è più nulla da fare, è tutto chiuso”. Ammutolisco.

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Foto di Alessandra Quattrocchi

È fine maggio ma fa ancora freddo (i locali in maglietta, io in piumino). Si arriva a Lyme Regis precipitando lungo una stradina ripida e stretta fino all’insenatura del porto. Ed eccola l’attrazione per i Janeites: il Cobb, il grande molo che si insinua serpeggiando verso il mare aperto. È di pietre scure, molto lungo, con una passeggiata inferiore rivolta verso terra e qui e lì ripidi gradini che portano alla passeggiata superiore esposta al vento. Da una di queste rampe, Louisa Musgrove precipita e batte la testa nell’episodio al cuore dell’ultimo romanzo di Austen. Su quel molo dunque Anne Elliot passeggiò… o quasi su quel molo: una targa ricorda che è stato ristrutturato negli anni Venti dell’Ottocento, dunque dopo la morte dell’autrice. Tant’è: non poteva essere molto diverso. Io l’ho percorso tutto tre o quattro volte, appena arrivata, la sera, la mattina dopo…. L’ho ammirato dall’alto dei giardini e l’ho filmato e ci ho letto sopra la descrizione amorosa che Austen fece della cittadina.

I turisti vengono anche perché su questo stesso molo, Isabelle Adjani andava disperatamente su e giù ne La donna del tenente francese. Ma a Lyme Regis ci sono soprattutto inglesi in vacanza. Riempiono i pub dove, come nel mio, si mangiano fish and chips, shepherd’s pie e sticky toffee pudding. Bevono birra, tanta birra, o vino mediocre. E passeggiano per il paesello. A Lyme si trovano e vendono molti minerali e conchiglie, e c’è l’immancabile negozio di robivecchi fra posate di Sheffield, vecchi cappelli e vassoi di anelli. E il tassinaro ha ragione: c’è ben poco da fare, nemmeno i solidi British osano accostarsi all’acqua, si può soprattutto camminare.

Faccio una lunga passeggiata fino alle strade interne al paese dove, l’ho detto, abbondano i bei negozi, di catene di abbigliamento ma anche di prodotti locali: per arrivarci si risale tutto il colle lungo le gradinate di legno fra i prati. Al ritorno scelgo la strada per riavere l’impressione precipitosa di cui parla anche Austen: “la particolare posizione della città, con la strada principale che quasi si affretta fin dentro l’acqua, la passeggiata sul Cobb, tutto attorno alla graziosa piccola baia…”, e i “frammenti di bassi scogli fra la sabbia che ne fanno il posto più felice per guardare il flusso della marea, seduti in contemplazione mai paga”. L’unica cosa di cui non parla, Jane, sono i gabbiani: stormi e stormi, protervi come sempre (anche a Roma), stridenti e bellissimi in questa cornice nordica. Ma forse, a inizio Ottocento i gabbiani non c’erano?

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Foto di Alessandra Quattrocchi

Il cielo è mutevole, naturalmente. Arrivo col sole, la sera cala una pioggerella fitta, il giorno dopo è fresco e coperto e ventoso. La mattina il mare è scomparso lasciando le barche in secca. Sono felice di essere stata qui; un posto in cui lascio pensieri di fatti miei, ricordi, aspirazioni vaghe o più precise. Alla mia età, Jane era morta già da molto tempo. Mi assale come sempre il pensiero di sfruttare i miei anni.

Il tassì che mi riporta in stazione arriva con mezz’ora di anticipo. Gli lascio la valigia: mi dice che va a fare una commissione e sparisce, bagagli e tutto. Resto perplessa, i miei preconcetti cittadini in lotta con il buon senso: siamo a Lyme Regis, qui si conoscono tutti, ci sarà ovviamente al momento giusto, preoccuparsi è assurdo. Intanto torno sul Cobb, su e giù, fra gli spruzzi del mare, e penso che questo odore di salsedine non lo sentirò mai da un’altra parte.

Torno indietro, e all’ora convenuta, il taxi riappare puntuale. “Scusi” ride, “ha pensato che fossi fuggito con i bagagli?”

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Le cinque sorelle Bennet in Austenland

La cronaca di un viaggio in quintetto, con le testimonianze raccolte da Raffaella Amicucci.

L’antefatto: Chiara, avrei una proposta da fare a te e a Silvia… un viaggio a Bath, Winchester, Alton-Chawton sulle tracce di Jane Austen, dove è vissuta, dove è morta, il tavolino dove ha risistemato i primi romanzi e scritto le ultime opere… E così siamo qui con l’aggiunta di Anna e di sua figlia Benedetta… le cinque sorelle Bennet in viaggio!
Quelli che seguono sono pochi brani tratti dal vero diario di viaggio che insieme abbiamo scritto.
Bath: arrivate in auto a Bath e alloggiate all’ostello YHA ceniamo alla Sally Lun’s House, il forno e la casa più antica di Bath dove magari la zia Jane avrà comprato i celebri Buns, che assaggiamo anche noi….
Il giorno dopo seguiamo l’audio guida scaricata dal web e visitiamo l’incantevole Bath dove tutto ci rimanda all’epoca Regency, a Persuasione, a Northanger Abbey.

Foto di Raffaella Amicucci
Foto di Raffaella Amicucci

Al numero 40 di Gay Street (pochi numeri dopo il 25, dove Jane ha vissuto qualche mese) ci attende il Jane Austen Centre. Il museo è ricco di memorabilia ma ciò che ci diverte di più è l’angolo dei travestimenti! Ognuna di noi si sceglie il proprio vestito e trasformate in nonna Belarda, più che in Jane Bennet, affrontiamo la foto di rito… Il Regency Tea nella Tea Room ci sembra un rituale da non perdere… Ordiniamo il tè preferito da Jane accompagnato da superbe fette di torta al limone, scones e finger sandwiches, deliziosi! Veniamo servite da un’impeccabile cameriera in cuffietta e grembiulino d’epoca. Siamo davvero gratificate.
Camden Place, ora Camden Crescent, dove è situata la casa degli Elliot in Persuasione: fotografiamo con cura meticolosa le case disposte a semicerchio proprio come quelle più maestose del Royal Crescent, poi, attraversando un piccolo parco, arriviamo alla chiesa di St. Swithin e chiediamo della tomba di George Austen…. La cripta è un locale molto accogliente con bar, tavolini e giochi per bimbi… poi fuori, nel piccolo giardino, troviamo la pietra tombale su cui si legge, ormai quasi cancellato dal tempo, il nome del reverendo George Austen.
Assembly Rooms: erano note come “Upper Rooms” (abbiamo visto infatti le “Lower Rooms”, ora un hotel). Entriamo nella Ball Room: l’atmosfera ci avvolge all’istante ed improvvisiamo un minuetto, poi rimaniamo incantate nell’ammirare i sontuosi lampadari, gli stucchi e i decori di questa grande sala. La fotografiamo da tutti gli angoli, sdraiandoci addirittura sul pavimento… mai contente, perché le immagini non rendono giustizia alla suggestione che ci pervade in questo posto magico.
Com’è facile immaginare questa grande, elegante sala azzurra gremita da dame e gentiluomini, che si scambiano intensi sguardi e messaggi furtivi, un ballo dopo l’altro… sembra quasi di sentire l’orchestra suonare, dall’alto della balconata….
L’attigua sala ottagonale mette in comunicazione gli ambienti, qui l’accogliente color crema delle pareti e il tepore dei camini invitavano gli avventori a intrattenersi in piacevoli conversazioni, solo se opportunamente presentati dal maestro di cerimonia, s’intende! Di lì si sceglieva se recarsi a giocare a carte o a bere il tè…
Royal Crescent N°1: so che da un momento all’altro uscirà da quella porta e si getterà lungo il Crescent per cercare il capitano Wentworth che è appena uscito. Ma Anne non esce, entriamo noi, il sogno però continua perché ad accoglierci c’è la housekeeper con tanto di cuffietta… Ci sorride, ci invita ad accomodarci e noi passiamo nella prima stanza…
Alton: dopo aver preso possesso delle regali stanze del pub The Queens entriamo a Alton… tocchiamo la porta della casa del capitano Francis, quella del chirurgo, sul quale Jane scrisse qualche frase umoristica e ci fermiamo al pub The Swan davanti al quale Jane attendeva le carrozze per Londra… Grazie a Jane Austen possiamo visitare anche sperduti paesi di campagna come Selborne o Alton. Ma è proprio guardando questi luoghi che Jane ha creato personaggi immortali come Mr Collins, Mrs Bennet o Sir Walter Elliot. Tra le ragazze del posto vive ancora una Elizabeth, un’Emma Woodhouse intenta a matchmaking e dove si sono baciati Catherine e Tilney?
Chawton: entriamo alla Jane Austen’s House…. la cucina. Qui si viene invitati a provare vestiti dell’epoca, cappelli di paglia o stoffa, a prepararsi sacchettini di lavanda e a scrivere con lunghe penne d’oca da intingere nei calamai… Passiamo molto tempo a svagarci e a ridere in questo ambiente, preparandoci al momento più importante, infine entriamo con trepidazione nella casa vera e propria. I soffitti sono bassi, il parquet scricchiola, la porta che dà sul salotto cigola ancora, come ai tempi di zia Jane, alla quale faceva comodo quel cigolio per poter nascondere in tempo i suoi scritti agli occhi dei domestici. Il tavolino davanti alla finestra porta emozioni e mette voglia di abbandonare i nostri freddi IPad e Smartphone per tornare a carta e calamaio.

Foto di Raffaella Amicucci
Foto di Raffaella Amicucci

Al piano di sopra troviamo la stanza che Jane e Cassandra condividevano e all’ingresso per un momento veniamo colte dal dubbio di un’apparizione: Jane è lì, con il suo vestito azzurro indifferente ai numerosi che invadono il suo spazio: il caminetto, lo stretto letto a baldacchino e un armadio…. Dopo aver visitato Chawton House, la casa del fratello, e lasciato un pensiero alle tombe della madre e della amata sorella Cassandra…. pranziamo al Cassandra’s Cup buttando un’occhiata di tanto in tanto alla casa di fronte…
Dopo pranzo partiamo, dirette a Winchester. Restiamo incantate dalla cittadina medievale e soprattutto dalla meravigliosa cattedrale. Questa racchiude dei tesori inestimabili: la Bibbia e una riproduzione del 1217 della Magna Charta! Ovviamente per noi c’é un terzo tesoro: la tomba di Jane Austen. Sulla lapide non viene menzionata la sua attività di scrittrice ma traspare tutto l’amore dei fratelli che l’hanno voluta lì.
Sopra la targa aggiunta a posteriori, che invece rende giustizia alla sua fama, si erge una vetrata con Sant’Agostino che, abbreviato, diviene Saint Austen… guarda caso!
Usciti dalla Cathedral…giungiamo a College Street e da lontano riconosciamo l’edificio bianco e giallo che fu l’ultima residenza della nostra eroina. Man mano che ci avviciniamo sentiamo la musica di un pianoforte provenire proprio da lì. Non ci sono dubbi per noi su chi sta suonando lì dentro…..

Anna, Benedetta, Chiara, Silvia e Raffaella

Foto di Raffaella Amicucci
Foto di Raffaella Amicucci
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Cercasi Jane disperatamente

Il viaggio sulle tracce di Jane Austen di Luana Solla.

È una verità universalmente riconosciuta che una mattinata a casa di Jane Austen a Chawton profuma di lavanda e di felicità allo stato puro.

Foto di Luana Solla
Foto di Luana Solla

Così, arrivati a Londra e ritirata la nostra fiammante auto a noleggio, ci siamo subito messi in moto verso Chatwon e la casa di Jane che desideravo visitare da secoli! Dall’aeroporto di Gatwick, con l’indispensabile stradario della Michelin alla mano, ci si mette poco più di un’oretta. Sul sito ufficiale del museo ci sono tutte le indicazioni degli orari e, con un pizzico di fortuna come quella che ho avuto io, potrebbe capitarvi di assistere a una riunione delle Alresford Lacemakers, un meraviglioso gruppo di signore che vi illustrerà l’antica arte del merletto sorseggiando una tazza di tè fumante. Si tratta di una tecnica difficilissima e affascinante che si sposa perfettamente con l’ambiente circostante e l’atmosfera ottocentesca. Io sono stata guidata da una paziente lady dai capelli bianchi nel creare un pezzettino di decorazione a forma di pesce, là proprio nel centro del giardino. Sulla casa di Jane potrei naturalmente dilungarmi ore, parlando della camera da letto, della cucina con la lavanda, dell’anello di Jane (chi glielo aveva donato?), del tavolino accanto alla finestra su cui Jane scriveva… ma preferisco di gran lunga indirizzare a uno dei miei siti di riferimento, quello della straordinaria Silvia Ogier che ogni appassionata della Austen dovrebbe aver salvato tra i preferiti sul proprio browser. Eccolo qui http://www.unteconjaneausten.com/.

Foto di Luana Solla
Foto di Luana Solla

C’è però un nota personale che mi frulla in testa e che mi sento di dover aggiungere. Quel giorno come oggi, l’emozione più grande per me a Chawton sono stati proprio il giardino, gli alberi, le piante. L’idea che siano lì da quando c’era Jane, che con certezza li abbia sfiorati, ci sia seduta accanto, abbia sentito lo stesso intenso odore di fiori… ecco la trovo una cosa avvincente e sconquassante come poche altre al mondo. E così, da quando sono tornata in Italia, provo a ricercare quelle sensazioni ri-leggendo i suoi romanzi. Frase dopo frase, stanza dopo stanza, passeggiata dopo passeggiata.
Sempre seguendo il suggerimento di Silvia Ogier, per pranzo – mentre intorno a noi decine di auto d’epoca si aggiravano per le stradine di Chawton – ci siamo fermati al Cassandra’s Cup, una sala da tè dove i sandwich sono gustosissimi e le torte deliziosamente deliziose. È esattamente di fronte alla casa di Jane e porta il nome di sua sorella.
Del resto la lettura che mi ha “formata” in vista di questo viaggio letterario è sicuramente Jane Austen: i luoghi e gli amici, edito in Italia da Jo March (uno di quegli editori gioiellino che seguo sempre con piacere e che già dal nome offre naturalmente il migliore dei programmi). Si tratta del racconto di viaggio di due sorelle, Constance ed Ellen Hill, che nel 1901 “infilarono in valigia taccuini e matite, noleggiarono un calesse vecchio stile e partirono alla ricerca di “Austenland”, come chiamarono, in modo bizzarro e ingegnoso, il mondo di Jane Austen – quel luogo fisico (l’Inghilterra della sua vita e dei suoi romanzi) ma anche letterario (il microcosmo delle persone della sua vita ma anche dei suoi personaggi) e soprattutto metafisico (la fonte dei sentimenti generati nei suoi lettori) sul quale regna incontrastato e sempre rigoglioso il suo genio creativo, da oltre duecento anni”. Siccome in libreria faticavo a trovarlo, l’ho prenotato direttamente online e me lo sono divorato in una sera. Perché anche io, come Costance ed Ellen, ho cercato Truman Capote a New York, Dante ad Acqua Cheta, Walter Benjamin a Sanremo, Grazia Deledda a Cervia, Jane in giro per il sud dell’Inghilterra…

Il viaggio verso Jane, d’altra parte, non sarebbe terminato a Chawton. Dopo aver scoperto Stonehenge e Salisbury, ci siamo infatti diretti verso la Jurassic Coast che con Lyme Regis fa da teatro a Persuasione e siamo infine approdati a Saint Ives. Qui passava le estati Virginia Woolf, la donna per cui Jane era la più perfetta delle scrittrici, e anche di Virginia sono riuscita a scovare la casa (anche se non era indicata sulle guide tanto che pensavo non esistesse più). Il percorso sulle tracce di Jane è poi proseguito verso Bath, dove gli angeli si arrampicano su una scala proprio sulla facciata dell’abbazia, la dea Minerva vigila – dorata e bellissima – sui bagni romani, la Catherine di Northanger Abbey si aggira con lo spirito di Jane tra le stradine di un tempo e le profumate sale da tè (e forse questa volta diventerà un’eroina!). Nella luce magica di Bath si ondeggia tra le tinte calde dell’arenaria e quelle fresche dell’Avon. Qui Kubrick girò diverse scene di Barry Lyndon, le vetrine sono piene di giocattoli di altri tempi e di meravigliosi cupcake, gli scoiattoli si tuffano sugli alberi con spavalderia e c’è anche un museo dedicato alla nostra amata, il Jane Austen Center. Ma la verità è che la città tutta è imperniata di lei e probabilmente senza Jane non sarebbe la stessa.

Foto di Luana Solla
Foto di Luana Solla

O forse… forse che sia io, che siamo noi, a essere impregnate di Jane e a portarla con noi anche quando non lo sappiamo? Da quando sono stata a Chawton il sospetto lo ho. Tanto che ogni volta che respiro il profumo di lavanda e di panni stesi al sole, ecco allora so che Jane è lì e mi aspetta da qualche parte.

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Raccontateci i vostri “Ricordi di viaggio in Austenland” – Speakers’ Corner n.3

Speakers' Corner JasitCare lettrici e cari lettori,
(o forse dovremmo dire “viaggiatrici e viaggiatori”…)
nel corso di questa stagione estiva abbiamo ricevuto numerose testimonianze di viaggi compiuti nei luoghi di Jane Austen (Chawton, Winchester, Bath, Londra…), che ci hanno ispirato questo appuntamento di fine estate con lo Speakers’ Corner, la sala virtuale di jasit.it in cui offriamo a tutti coloro che lo desiderano la possibilità di esprimersi su temi austeniani specifici.
In questa terza edizione, vi invitiamo a condividere con tutti noi le vostre foto ed i vostri pensieri sulle visite che avete compiuto ai luoghi della vita e dell’opera di Jane Austen.
Il titolo del nostro Speakers’ Corner, infatti, è:

Ricordi di viaggio in Austenland

Come partecipare?
Ispirandovi al tema proposto, scrivete un testo non superiore alle 1000 parole. Potete inviare anche fino a un massimo di tre foto (dimensioni: largh. max 600 pixel; peso di ogni file non superiore a 400 kb). Il viaggio non deve essere necessariamente avvenuto quest’anno, quindi potete raccontare esperienze avvenute in passato.

Inviate i vostri diari di viaggio entro il 6 settembre 2015 all’indirizzo:

jasit.speakerscorner@gmail.com

Saranno pubblicati in questo sito a partire dalla settimana successiva e condivisi sui nostri canali sociali, come di consueto.

Rimettete mano ai vostri diari di viaggio, alle tante foto che di certo avete scattato e, soprattutto, alle tante, variegate suggestioni che la vostra mente ha registrato durante questi soggiorni e raccontateci la vostra esperienza di viaggio in Austenland.
Buona scrittura (e buon viaggio) a tutte/i!

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Per i Soci JASIT – Sconto al Jane Austen’s House Museum

Jane Austen's House MuseumDirettamente dal Jane Austen’s House Museum, la casa di Jane Austen a Chawton, è giunta un’ottima notizia per i Soci JASIT.

Il cottage in cui la scrittrice visse gli ultimi, intensi otto anni della propria vita è oggi un museo che attira visitatori da tutto il mondo in quanto meta fondamentale nei viaggi dei suoi ammiratori: da questa casa, infatti, “tutte le sue opere furono affidate al mondo”(*) poiché qui prese vita la pubblicazione dei romanzi canonici.
Stabilitasi in questo angolo della contea dello Hampshire nel luglio del 1809, Jane Austen ritrovò l’ispirazione dopo un lungo periodo di blocco creativo e rivide Ragione e Sentimento, Orgoglio e Pregiudizio e L’Abbazia di Northanger, compose Mansfield Park, Emma e Persuasione, e iniziò Sanditon.
Dal 1949, anno di inaugurazione del Jane Austen’s House Museum, nel cottage è stata progressivamente ricreata l’ambientazione dei tempi in cui Jane, la madre e a sorella Cassandra vi abitavano, e la collezione di oggetti o manoscritti si è accresciuta. Il pezzo più affascinante forse resta proprio il minuscolo tavolino di mogano accanto alla luminosa finestra della drawing room al piano terra, sul quale Jane Austen era solita scrivere.
Visitare questa dimora è un’esperienza davvero unica e imperdibile.

Siamo particolarmente lieti di annunciare che alle prerogative già previste per i nostri Soci si aggiunge un ulteriore vantaggio, che riguarda proprio la casa-museo.

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Due passi per Austenland: Jane Austen: i luoghi e gli amici di C. Hill, ed. Jo March, a cura di JASIT

Mary Constance Hill - Jane Austen: i luoghi e gli amici

Il prossimo 16 dicembre, tutto il mondo si prepara a festeggiare il compleanno di Jane Austen. In questo 2013, che ci ha già regalato un altro compleanno austeniano di massima importanza, il Bicentenario della pubblicazione di Orgoglio e pregiudizio, vi proponiamo di festeggiarlo con una novità editoriale in cui tutti noi co-fondatori di JASIT siamo direttamente coinvolti.
Grazie alla collaborazione con Jo March Agenzia Letteraria, JASIT vi presenta Jane Austen: i luoghi e gli amici di Constance Hill, una biografia in forma di diario di viaggio che uscirà proprio il 16 dicembre, in omaggio alla geniale scrittrice di cui si celebrano i 238 anni dalla nascita.

Si tratta di una biografia davvero originale e molto piacevole da leggere perché è frutto del lavoro di Constance Hill e sua sorella Ellen che, prima di essere rispettivamente scrittrice e illustratrice, sono innanzitutto due ferventi ammiratrici di Jane Austen  che un giorno del 1901 decidono di partire per un pellegrinaggio letterario, armate di penna e matita e di molta curiosità, alla ricerca delle tracce terrene della loro autrice preferita.

Fin dalle prime righe, si percepisce chiaramente che a raccontare questa esperienza sono proprio “due di noi”, animate dal piacere della scoperta sul campo ma anche dallo scrupolo di seguire con precisione i passi della loro beniamina. Non a caso, a indicare loro la strada, dal natio Hampshire all’ultima dimora a Winchester, Constance Hill prende a riferimento le Lettere e le opere di Jane ma anche la “madre di tutte le biografie” austeniane, cioè quel Ricordo di Jane Austen che il nipote James Edward Austen-Leigh diede alle stampe nel 1870, portando finalmente in piena luce la figura della grande scrittrice rimasta, fino a quel momento, avvolta nell’ombra del più stretto riserbo.

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