Giovani studiosi dialogano con JASIT: intervista a Irene Olivotto

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Tra le attività di JASIT vi è sicuramente il reperire e mettere in luce il lavoro dei giovani studiosi e studiose italiani. Molti giovani Numerosi dedicano le loro fatiche alla scrittura di Jane Austen, però le loro tesi o i loro contributi spesso vengono dimenticati negli archivi accademici poco accessibili al pubblico. JASIT vuole tentare di ovviare a questa realtà offrendo il suo spazio alle idee di giovani pensatori italiani che hanno trovato in Austen un importante spunto di riflessione letteraria.
La nostra ospite oggi, per la rubrica «Giovani Studiosi dialogano con JASIT», è Irene Olivotto, giovane Laureata in Lingue e Letterature Straniere con una grande passione per Jane Austen che ha dedicato sia la tesi triennale che quella specialistica ad approfondimenti sulla scrittrice e le sue opere.

Manoscritto Sanditon
Manoscritto Sanditon

1) Irene, tu hai svolto sia la tesi triennale che quella specialistica su Jane Austen, perché hai deciso di dedicare il tuo lavoro proprio a questa autrice?
Non avrei potuto fare altrimenti, dato che Jane Austen è assolutamente una delle mie autrici preferite, in cui amo immergermi e di cui non mi stancherei mai di approfondire la conoscenza. Il suo primo romanzo che ho letto è stato Pride and Prejudice quando avevo solo tredici anni, l’ho considerato da subito uno dei libri più geniali che avessi mai letto, e ho sentito il bisogno di procurarmi al più presto tutti gli altri lavori di Jane Austen. Ad ogni pagina letta o riletta mi sono sentita sempre più in sintonia con questa splendida autrice, mi ha dato innumerevoli spunti di riflessione, mi ha fatto ridere e commuovere: in breve, è diventata uno dei miei punti di riferimento in campo letterario. Per questo motivo è stato quasi un dovere oltre che un piacere incentrare su di lei i miei lavori di tesi, che mi hanno permesso di unire alla mia grande passione uno sguardo più analitico e critico.

2) Come hai organizzato le tue ricerche? A quali fonti hai fatto riferimento? Hai avuto difficoltà nel reperire il materiale?
Oltre ai suggerimenti della professoressa Farese che mi ha seguita e sempre consigliata al meglio, ho organizzato le mie ricerche principalmente su cataloghi online per poi guardare con attenzione i testi citati nella bibliografia dei documenti che mi erano sembrati utili. In questo modo mi sono creata una rete di fonti con punti di vista concordanti e discordanti tra loro, che mi hanno aiutata a formare un’idea critica sull’argomento in questione. Naturalmente ho dato maggiore rilevanza ad articoli o libri scritti da affermati studiosi di Jane Austen (come Brian Southam e Kathryn Sutherland), ma mi è capitato di trovare spunti interessanti anche da fonti secondarie e meno scientifiche. Infine, i romanzi stessi di Jane Austen sono sempre stati il centro dei miei lavori, e gran parte della mia ricerca si è basata su una loro attenta lettura e analisi.
Trovandomi a preparare i materiali per la tesi di triennale nel 2020, durante la pandemia, ho imparato ad affidarmi principalmente a cataloghi digitali e articoli reperibili online, e devo dire che fatta qualche eccezione non ho avuto troppe difficoltà a consultare il materiale che mi serviva.

3) Il romanzo su cui ti sei focalizzata per la triennale è Sanditon, uno degli incompiuti. C’è qualche ragione per cui hai preferito proprio questo romanzo, per di più incompiuto, rispetto agli altri romanzi?
La scelta di trattare Sanditon è stata presa, consultandomi con la mia relatrice, per una serie di ragioni. La prima è che su quest’opera, rispetto alle altre di Jane Austen, era stato scritto di meno e sarebbe stato quindi più facile trovare qualcosa di significativo di cui discutere. Il secondo motivo, più personale, era che mi sarebbe piaciuto esplorare uno scritto di Jane Austen che mi era meno familiare, in modo da espandere la mia conoscenza della scrittrice. Anche il fatto che fosse incompiuto e avesse accompagnato l’autrice nei suoi ultimi mesi di vita mi aveva molto incuriosita, e devo dire che è stata una ricerca molto appassionante proprio per questo motivo.

4) Hai poi avuto modo di vedere l’adattamento televisivo di Sanditon? Che cosa ne pensi?
Ho visto solo la prima stagione della serie adattata da Andrew Davis, e ne discuto nell’ultimo capitolo della mia tesi. Anche se ho trovato alcuni elementi positivi nell’adattamento (alcune tematiche trattate e alcuni personaggi secondari), nel complesso mi ha lasciata insoddisfatta.
Trovo in particolare che sia stato fatto ricorso a cliché austeniani (come la relazione tra Charlotte Haywood e Sidney Parker, che ricalca grossolanamente quella tra Elizabeth e Darcy), perdendo così molte delle peculiarità che contraddistinguono Sanditon dagli altri romanzi dell’autrice. Inoltre, credo che nell’ideare una continuazione la trama, dato che il contenuto del manoscritto copre appena le vicende del primo episodio, non si sia tenuto conto di cosa sarebbe risultato naturale o stonato in un’opera di Jane Austen, e il risultato è un susseguirsi di episodi che poco hanno a che vedere con il materiale originario.

Frontespizio Sir Charles Grandison
Frontespizio Sir Charles Grandison

5) Per la specialistica hai invece analizzato l’influenza di Richardson su Jane Austen. Ancora una volta, perché hai scelto questo tema? Hai anche letto i romanzi di Richardson?
Anche in questo caso devo ringraziare la professoressa Farese che mi ha suggerito questa tematica. Tra le varie opzioni proposte, questa mi aveva convinto particolarmente perché mi avrebbe permesso di esplorare un altro aspetto di Jane Austen di cui non sapevo molto: il suo rapporto con uno dei suoi autori preferiti, ovvero Samuel Richardson. Mi ha consentito di avvicinarmi all’autrice stavolta da un punto di vista più personale, andando ad analizzare le opinioni e sensazioni di una Jane Austen lettrice prima che scrittrice, e l’influenza che Sir Charles Grandison ha avuto su tutta la sua successiva carriera.
Richardson era un autore che avevo incontrato varie volte nel mio percorso di studi, ma fino a quel momento non avevo mai letto nessuno dei suoi romanzi per intero. La tesi è stata un’occasione per me di prendere in mano Sir Charles Grandison, un testo molto meno nelle mie corde rispetto a quelli di Jane Austen, ma con degli elementi di grande innovazione e originalità che meritano di essere apprezzati.

6) Qual è la tua personale valutazione della ricezione di Jane Austen in Italia, sia tra i lettori che tra gli studiosi?
Tra i lettori, purtroppo, trovo che sia molto spesso sottovalutata. Parlo, per esempio, in base alla mia esperienza della poca attenzione che le viene attribuita all’interno del programma scolastico delle superiori: se non viene proprio saltata, le viene concesso poco spazio rispetto ad altri autori suoi contemporanei come i poeti romantici e Mary Shelley. Per di più, viene spesso etichettata come autrice “da ragazze”, senza evidenziarne i numerosi altri meriti, e questo crea una sorta di pregiudizio soprattutto da parte del pubblico maschile. Fortunatamente, però, è molto conosciuta e letta al di fuori del contesto scolastico, grazie anche all’enorme successo degli adattamenti televisivi dei suoi romanzi.
Per quanto riguarda gli studiosi, invece, ho trovato diversi contributi di valore che denotano un’accurata conoscenza delle opere di Jane Austen, e che meriterebbero di essere maggiormente conosciuti anche all’estero.

7)Ti chiediamo di illustrare in poche parole i punti salienti delle tue tesi e le conclusioni alle quali sei arrivata.
La tesi di triennale, incentrata su Sanditon, mirava a presentare quest’ultima opera incompiuta di Jane Austen, prendendo in considerazione soprattutto stile, tematiche e personaggi. Quello che è emerso da questo lavoro di ricerca è che in Sanditon abbiamo il culmine di altri elementi già presenti in diverse altre opere austeniane, come il free indirect speech, l’interesse per le seaside resorts e per l’invalidismo immaginario, e la questione della percezione visiva, affidabile o meno, di ciò che ci circonda.
Nella tesi magistrale, invece, ho trattato le opere che hanno maggiormente influenzato Jane Austen, con particolare enfasi su Richardson e il suo The History of Sir Charles Grandison. Ho quindi tentato di ricostruire, in base a indizi trovati nella corrispondenza epistolare di Jane o nei suoi romanzi, quali libri avesse incontrato nella sua vita. In secondo luogo, ho invece cercato di evidenziare tutte le istanze in cui l’autrice ha ripreso e rielaborato elementi di Richardson nel corso della sua carriera letteraria. La conclusione è stata che l’influenza di Sir Charles Grandison è una presenza costante nelle opere austeniane, ma che, laddove Richardson era stato moralista, Jane Austen al contrario adotta un punto di vista subversive. Un punto saliente della mia argomentazione è stato l’attribuzione di Sir Charles Grandison, or, the Happy Man, un piccolo adattamento teatrale in chiave parodica dell’omonimo romanzo. I pareri degli studiosi sono divisi tra chi crede che sia opera di Jane stessa, e chi sostiene che l’unico suo contributo sia stato di copiare quanto le veniva dettato dalla nipote Anna, e dunque non aggiunge niente di nuovo alla nostra conoscenza di Jane Austen. Dopo un’attenta valutazione, mi sono schierata con il primo gruppo, e l’ultima parte della tesi è mirata proprio a evidenziare gli elementi che ci fanno capire come la mente che ha ideato questo playlet sia la stessa che ha composto i Juvenilia, Pride and Prejudice e tutte le altre opere che ben conosciamo.

8) JASIT ti è stata utile in qualche modo nella redazione della tua tesi?
Non ho fatto particolare ricorso a JASIT per quanto riguarda le mie tesi perché non ho trovato molti materiali sugli argomenti su cui mi stavo concentrando. Tuttavia, conosco il sito già da qualche anno e l’ho sempre trovato di piacevolissima lettura, oltre che un punto di partenza per esplorare una qualsiasi tematica relativa a Jane Austen ed entrare in contatto con la comunità italiana che si occupa di questa meravigliosa scrittrice.

JASIT ringrazia ancora una volta Irene per la sua disponibilità.


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