Da Pemberley a Paperopoli

Il prossimo 26 dicembre sarà pubblicata, sul numero 3292 di “Topolino”, la prima di tre puntate dedicate a Orgoglio e pregiudizio, ovviamente riletto in chiave “Disney”. Nel numero 8 della nostra rivista “Due pollici d’avorio” (giugno 2017) avevamo pubblicato un’intervista agli autori, che, con l’occasione, riproponiamo qui.

Da Pemberley a Paperopoli
Intervista a Teresa Radice e Stefano Turconi
a cura di Mara Barbuni

Questo Numero di Due pollici d’avorio, pubblicato un mese prima del duecentesimo anniversario della morte di Jane Austen, è in gran parte dedicato all’«eredità» che la scrittrice ha lasciato dietro di sé, ovvero alle riletture e alle reinterpretazioni delle sue opere attraverso i nuovi linguaggi offerti dalla contemporaneità.
Siamo dunque molto felici di conversare con due autori che proprio in questo momento stanno lavorando a un’importantissima nuova versione del romanzo più conosciuto di Austen: sono Teresa Radice e Stefano Turconi, rinomati sceneggiatrice e disegnatore di opere a fumetti, oggi intenti alla preparazione di Orgoglio e pregiudizio in formato… Walt Disney. Questo lavoro sarà presumibilmente pubblicato nel 2018.

Cari Teresa e Stefano, grazie per aver accolto il nostro invito. La prima cosa che vorremmo chiedervi è di parlarci un po’ di voi, della vostra vita e carriera da fumettisti, dei fumettisti ai quali vi ispirate o che sono i vostri modelli (se ce sono), dei vostri sogni futuri.

Grazie a voi dell’invito a chiacchierare e dell’interesse per il nostro lavoro, innanzitutto!
Facciamo entrambi fumetti da parecchio tempo (nel 2017, per Stefano sono vent’anni e per Teresa 15), abbiamo iniziato tutti e due sulle pagine di Topolino. E sempre grazie a Topolino ci siamo incontrati, nell’ormai lontano 2004; l’anno seguente ci siamo sposati. La nostra prima «creazione a quattro mani», però, risale al 2003, quando ancora non ci conoscevamo: una storia di Teresa venne affidata dalla redazione a Stefano perché la disegnasse. Lo raccontiamo spesso, in quanto il titolo era profetico: Legame invisibile. Solo qualche anno più tardi abbiamo cominciato a creare «volontariamente» storie a quattro mani… e da allora non abbiamo più smesso!

Ogni storia è un viaggio che ci porta un po’ più lontano, insieme: da quelle per il settimanale Disney-Panini (siamo noti tra i lettori del «Topo» soprattutto per la serie in 15 episodi ambientata negli anni Trenta Pippo Reporter, oltre che per la versione «topesca» de L’Isola del Tesoro di Stevenson) a quelle realizzate fuori dall’ambito Disney. Le raccontiamo a lettori giovani (da Viola Giramondo, il nostro primo graphic novel, edito da Tunué nella collana Tipitondi nel 2013, è nata una serie di libri illustrati omonima, in corso di pubblicazione per Piemme-Il Battello a Vapore; è di recente uscita anche un fumetto per i più piccini, Orlando Curioso, per la casa editrice milanese BAO Publishing) e a lettori adulti (Il Porto Proibito, pubblicato da BAO nel 2015, è un romanzo grafico di oltre trecento pagine, approdato anche in Francia e Spagna).

Ci sentiamo particolarmente fortunati e davvero molto felici per aver trovato la nostra strada e poterla percorrere insieme: a chi ce lo chiede, ripetiamo senz’ombra di dubbio che il nostro è il lavoro più bello del mondo! Non si finisce mai di imparare, di esplorare, di sognare nuove storie; si collezionano spunti e stimoli ovunque, in continuazione.

Naturalmente abbiamo dei «Maestri», delle «guide» che ci accompagnano quando lavoriamo: sarebbe complicato elencarli tutti, anche perché spaziano dalla letteratura all’arte, dalla poesia alla musica, e se ne aggiungono a seconda delle atmosfere che stiamo cercando, dei temi che desideriamo affrontare nelle nostre storie. Ma, se volessimo citare un fumettista che davvero entusiasma entrambi, sicuramente diremmo Cyril Pedrosa: ogni sua nuova opera è straordinaria, dal punto di vista narrativo e visivo. Sa superarsi sempre e cercare strade inedite… che è quello che vorremmo essere in grado di fare anche noi.

 

E ora veniamo alla «nostra» scrittrice. Come mai avete scelto di rappresentare un’opera di Jane Austen?

Teresa è appassionata da sempre di letteratura inglese: non è un caso che Il Porto Proibito, lunga avventura marinaresca ambientata tra il Siam e l’Inghilterra all’inizio dell’Ottocento, abbia come filo conduttore la poesia dei Romantici e, in particolar modo, The Rime of the Ancient Mariner di Samuel Taylor Coleridge.

In fase di documentazione per quel romanzo grafico, abbiamo fatto due viaggi in Inghilterra: il primo in cerca dei luoghi giusti per la nostra storia, tra Portsmouth, Plymouth e varie località del Devon e della Cornovaglia; il secondo, l’anno seguente, ci ha permesso di esplorare il porto storico di Chatham e la zona limitrofa. In questa particolare occasione, invitati a un matrimonio in una spettacolare tenuta di campagna a Lenham, nel Kent, ci siamo detti subito che quel posto meraviglioso, prima o poi, avrebbe fatto da set a qualche nostra storia. Mentre Stefano lo disegnava – come fa sempre quando viaggiamo – nella sua Moleskine, nella nostra testa quel parco e quella dimora di mattoni si trasformavano istantaneamente nella nostra versione di Netherfield. Un attimo più tardi ci era già scattata dentro la voglia di realizzare un nostro adattamento di Orgoglio e pregiudizio.

Come state costruendo il vostro fumetto Orgoglio e pregiudizio? Potete descriverci le fasi e le tecniche salienti del vostro lavoro? Quali sono le maggiori difficoltà che state incontrando?

Al momento siamo ancora in fase di scrittura, dunque a livello visivo esistono semplicemente degli sketch degli «attori» Disney che daranno vita ai personaggi.
La prima parte del lavoro, quella che precede la proposta di un adattamento alla redazione di Topolino, è data da una rilettura approfondita del testo che si vuole affrontare, per capire se una versione Disney a fumetti di quell’opera specifica è effettivamente «fattibile».

Il fumetto Disney ha regole e «paletti» ben precisi, che differiscono da quelli cinematografici o dei cartoni animati. Bisogna conoscerli bene, per potersi destreggiare negli «spazi segnati» e trovare soluzioni che permettano di raccontare quello che si desidera senza «abbattere le staccionate». Questo, lungi dall’essere un impedimento, è in realtà un meraviglioso stimolo a mettere in moto la fantasia e le proprie capacità: è una sfida. Non ci sono garanzie, se non quella d’avventurarsi in territori inesplorati e su pendii scoscesi… il che è proprio quello che ci piace un sacco fare!

È chiaro che si tratta sempre di adattamenti «Disney», dunque il più possibile fedeli all’opera originale, ma impregnati di «spirito Disney», pertanto ottimisti, giocosi e pieni di speranza nel futuro.
Non deve stupire, dunque, se nell’Isola del Tesoro, «la cassa del MORTO» è sostituita dalla «cassa giù al PORTO» o se, quando Plotty Bones (il Billy Bones topesco) ci lascia, non lo fa per andare all’altro mondo, ma per andare da un’altra parte… che chi avrà la bontà di seguire la storia fino alla fine scoprirà.

Possono esserci temi non trattabili «direttamente», ma affrontabili da punti di vista alternativi; questioni «spinose» (sempre riferendoci ai paletti di cui sopra) approcciabili magari in modo lievemente differente dal testo originale. Per fare un esempio semplice: nel mondo Disney NON CI SI SPOSA, dunque nella nostra versione di Orgoglio e pregiudizio si parlerà sempre ed esclusivamente di FIDANZAMENTO. Questo porta però ad alcune complicazioni nel corso dell’adattamento del libro, come nella scena in cui Lizzy va a trovare Charlotte nella sua nuova casa con Mr. Collins: piccole circostanze nelle quali bisogna trovare altre opzioni per continuare a raccontare la storia. La sfera sessuale, quella delle classi sociali e quella religiosa sono nel nostro caso temi tabù, dunque immaginate quante difficoltà può aver sollevato la parte della fuga di Lydia e Wickham! Ci auguriamo di aver scovato sentieri nuovi e adatti per parlare della «riparazione» al fattaccio e della sua «dote».

L’essenziale è che lo spirito del romanzo rimanga lo stesso, che si percepisca l’amore per quell’opera, così che l’adattamento Disney invogli il giovane lettore ad andare a scoprire la versione originale… e il lettore più maturo, magari, ad andare a cercare qualcosa che si era perduto.
C’è da dire che i personaggi Disney sono estremamente versatili, in grado di calarsi in parti diversissime tra loro senza snaturarsi: in pratica, sono ottimi «attori», e infatti una delle parti più divertenti del lavoro è quella del «casting», che abbina tra loro personaggi Disney e personaggi del romanzo.

Una volta appurato che esiste un modo convincente per raccontare una certa opera in salsa Disney – e una volta che, dopo aver letto un dettagliato soggetto di quella che sarà la versione a fumetti, anche la redazione ha detto il suo sì – ci s’imbarca nella stesura della sceneggiatura: un vero e proprio «copione cinematografico», con la minuta descrizione, per ogni singola vignetta di ogni singola tavola (pagina) di fumetto, dei luoghi, delle azioni, dei dialoghi e dei rumori. La sceneggiatura sono le «istruzioni per l’uso» perché il disegnatore possa cominciare a disegnare la storia, diventandone il co-regista e dando letteralmente corpo alle fantasie di chi ha scritto. Fare fumetti è un lavoro lungo e affascinante, che richiede molta perizia, passione e documentazione.

Per il testo della vostra opera state usando una traduzione specifica di Orgoglio e pregiudizio (e se sì, quale?) o fate riferimento alla versione originale? State usando altre fonti secondarie?

Stiamo usando una vecchia edizione Penguin Classics del 1996, in lingua originale, dei tempi dell’università.

State prendendo ispirazione dalle versioni per lo schermo di Orgoglio e pregiudizio? Se sì, quale/i in particolare?

C’è una versione che ci ha molto ispirato quando lavoravamo a Il Porto Proibito e che allora ci ha fornito moltissimi dettagli su luci, abiti, ambientazioni inglesi ottocentesche: quella di Joe Wright con Keira Knightley, Donald Sutherland e Judi Dench. L’abbiamo rivisto così tante volte che, inevitabilmente, qualcosa delle atmosfere di quel film finirà anche nella nostra versione Disney di Orgoglio e pregiudizio.

Dalla vignetta apparsa recentemente sul web abbiamo notato che i personaggi del vostro Orgoglio e pregiudizio sono tratti dal mondo di Paperino, anziché di Topolino (com’era accaduto per il vostro albo L’isola del tesoro). Potete spiegarci questa scelta? 

È stato naturale abbinare a Mr. Darcy il nostro Paperino, ribattezzandolo all’istante Mr. Duckcy. E chi meglio della volitiva Paperina poteva impersonare Elizabeth? È diventata Lizzy Pennet. Siamo partiti da questi due, costruendo loro attorno un affollato mondo di altri personaggi, andando volentieri a pescare anche tra quelli meno utilizzati sul settimanale, come Chiquita nei panni di Charlotte Lucas (Chiquilotte) o le tre gemelline Emy, Ely ed Evy per le tre Pennet più giovani. Per esigenze di «Disneyizzazione», c’è un personaggio – maschile nel romanzo – che nella nostra versione diventa femminile, e ce n’è un altro – che nel romanzo è femminile – che nel nostro adattamento diventa maschile. Speriamo non dispiaccia troppo agli appassionati ma, essendo appassionati anche noi, sappiate che l’abbiamo fatto con enorme affetto per l’opera.

Volete darci qualche altra anticipazione sul vostro Orgoglio e pregiudizio? 

Be’, possiamo dire che abbiamo chiesto aiuto anche a Jane Austen, in versione papera naturalmente, per raccontare questa storia a fumetti. Abbiamo invitato la sua amica Martha Lloyd a bere il tè con lei a Chawton Cottage e abbiamo preparato loro un sacco di dolcetti che accompagnassero lo svolgersi della vicenda, che sarà lunga ben… «tre volumi» (tre episodi, per un totale di un centinaio di tavole).

Conoscete altre versioni a fumetti delle opere austeniane? Cosa ne pensate? 

Non conosciamo altre versioni a fumetti, ma sappiamo della recente uscita di una biografia di Jane Austen a fumetti, firmata da Manuela Santoni, per Becco Giallo. Non abbiamo ancora avuto occasione di leggerla, ma sembra davvero interessante.

Qual è, a vostro parere, la funzione del fumetto nell’opera di divulgazione dei grandi classici della letteratura? 

Il fumetto è un mezzo prezioso e con mille potenzialità, purtroppo molto spesso sottovalutato o considerato, da chi legge «veri libri»,  in modo dispregiativo «roba da bambini» (aspetto che, tra l’altro, dovrebbe essere visto come un pregio, non un difetto): proprio per questa sua attitudine a parlare a tutti, compresi i più piccoli, grazie all’uso delle immagini per raccontare, il fumetto può veicolare moltissimi messaggi anche complessi, ma in maniera accessibile a chiunque, anche a chi ancora non è abituato a leggere tomi di migliaia di pagine.

Esistono fumetti di divulgazione scientifica (ci viene in mente la bellissima serie del Professor AstroGatto edita da BAO Publishing) e altri che raccontano la storia (nella nostra infanzia è stata fondamentale la Storia d’Italia a Fumetti scritta da Enzo Biagi, ad esempio).

Nello specifico, a nostro parere, le versioni a fumetti dei grandi classici della letteratura prendono per mano il lettore alla scoperta dei romanzi originali: non li sostituiscono affatto, non ne hanno alcuna pretesa dopotutto, ma fungono da trampolino di lancio verso di essi. Sarebbe bello che avessero lo stesso effetto di quel professore tanto appassionato, al liceo, da aver finito per contagiare i suoi studenti all’amore per la sua materia.  

Ringraziamo di cuore Teresa e Stefano per aver conversato con noi e aspettiamo con impazienza la pubblicazione della loro versione disneyana di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen.

E noi vi ringraziamo per l’interesse e vi invitiamo a «venirci a trovare» nel nostro blog, La Casa Senza Nord, costantemente aggiornato con i lavori in corso, le storie in uscita, le partecipazioni a fiere, eventi, presentazioni. Lì troverete senza dubbio tutte le informazioni relative alla pubblicazione su Topolino di Orgoglio e pregiudizio, quando il lavoro sulla storia sarà terminato.

 

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