Citazioni da Mansfield Park

In questo post abbiamo raccolto una serie di citazioni dal romanzo Mansfield Park che possono mettere in luce qualche argomento, qualche particolare, qualche personaggio su cui provare a riflettere, soprattutto se lo state leggendo in questo momento, o semplicemente per ricordare alcuni passaggi e, magari, farvi venire voglia di riaprirlo. Le citazioni sono in italiano (sono tratte dal sito jausten.it e le potete trovare anche nel volume che abbiamo dedicato al bicentenario del romanzo). Naturalmente, potete aggiungere le vostre citazioni preferite nei commenti a questo post o annotarle su un taccuino. Buona lettura!


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Frontespizio della prima edizione e, a destra, copertina dell’edizione speciale JASIT “speciale Bicentenario”

Citazioni da Mansfield Park

Circa trent’anni or sono, Miss Maria Ward, di Huntingdon, con sole settemila sterline di dote, ebbe la fortuna di attrarre Sir Thomas Bertram, di Mansfield Park, nella contea di Northampton, e di essere così elevata al rango di moglie di un baronetto, con tutti gli agi e le prerogative di una bella casa e di una rendita cospicua.
(incipit)

“Qualche difficoltà l’avremo, Mrs. Norris”, osservò Sir Thomas, “nel mantenere un’appropriata distinzione tra le ragazze man mano che si faranno grandi; su come far tenere bene a mente alla mie figlie la consapevolezza di ciò che sono, senza farle disprezzare troppo la cugina; e su come, senza deprimere troppo il suo animo, far rammentare a lei che non è una Miss Bertram.
(cap. 1)

La grandiosità della casa la stupiva, ma non poteva consolarla. Le stanze erano troppo grandi perché ci si potesse muovere con disinvoltura; qualsiasi cosa toccasse si aspettava di romperla, e si aggirava per casa nel costante terrore di una cosa o dell’altra, rifugiandosi spesso in camera sua a piangere; e la bambina di cui si parlava in salotto, quando ne usciva la sera, come di una persona che sembrava consapevole al punto giusto della sua particolare buona sorte, concludeva le pene quotidiane singhiozzando da sola prima di dormire.
(cap. 2)

Ma, tutto considerato, non so se non sia meglio così, perché, sebbene, come sai, tuo padre e tua madre siano stati (grazie a me) così buoni da farla crescere insieme a voi, non è affatto necessario che diventi istruita come lo siete voi; al contrario, è più desiderabile che ci siano delle differenze.
(cap. 2)

All’educazione delle figlie, Lady Bertram non prestava la minima attenzione. Non aveva tempo per cose del genere. Era una donna che passava le giornate elegantemente abbigliata sul sofà, con un qualche lungo lavoro di cucito, di poca utilità e di nessuna bellezza, pensando più al cagnolino che ai figli, ma molto indulgente con questi ultimi, quando ciò non le arrecava disturbo, guidata in ogni cosa importante da Sir Thomas, e in quelle di minor conto dalla sorella.
(cap. 2)

Mrs. Norris, abbandonata la canonica, si trasferì prima a Mansfield Park, e poi in una piccola casa di quelle che Sir Thomas possedeva nel villaggio, e si consolò della perdita del marito con la constatazione che avrebbe potuto stare benissimo senza di lui;
(cap. 3)

Le signorine Bertram erano molto da compiangere in quell’occasione; non per il dolore che provavano, ma perché non ne provavano affatto. Non provavano amore per il padre, non si era mai dimostrato propenso alle cose che piacevano a loro, e la sua assenza era sfortunatamente più che benvenuta.
(cap. 3)

Mr. Rushworth era rimasto colpito fin dal primo momento dalla bellezza di Miss Bertram, ed essendo propenso a sposarsi, immaginò ben presto di essersi innamorato. Era un giovanotto tarchiato, con nulla di più di un comune buonsenso; ma dato che non c’era nulla di sgradevole nel suo aspetto o nel suo modo di comportarsi, la signorina fu ben contenta della sua conquista.
(cap. 4)

Con tutto il dovuto rispetto per i presenti che hanno avuto in sorte di sposarsi, mia cara Mrs. Grant, non ce n’è uno su cento di entrambi i sessi che non resti intrappolato quando si sposa. Ovunque guardo, vedo che è così; e mi rendo conto che deve essere così, quando penso che, di tutte le transazioni, è quella in cui le persone si aspettano di più dagli altri, e sono meno oneste per quello che le riguarda.
(cap. 5)

Una giovane donna, graziosa, vivace, con un’arpa elegante come lei; entrambe vicino a una finestra al livello del terreno, e aperta su un piccolo prato, circondato dal ricco fogliame dell’estate, era abbastanza per catturare qualsiasi cuore maschile.
(cap. 7)

Miss Crawford era diversissima da lei. Non aveva nulla della delicatezza di gusto, di pensieri, di sentimenti, di Fanny; guardava alla natura, alla natura inanimata, con poco interesse; la sua attenzione era tutta per uomini e donne, le sue inclinazioni per la leggerezza e la vivacità.
(cap. 8)

Non dobbiamo guardare alle grandi città per trovare la moralità migliore. Non è là che la gente rispettabile di qualsiasi confessione può dare il meglio di sé; e non è certamente là che l’influenza del clero è maggiormente avvertita.
(cap. 9)

Oh! non aggreditemi col vostro orologio ora. Un orologio va sempre troppo veloce o troppo lento. Non mi faccio dettar legge da un orologio.
(cap. 9)

“Non offendetevi”, disse lei ridendo, “ma mi fa venire in mente qualcuno di quegli antichi eroi pagani, che, dopo aver compiuto grandi prodezze in terra straniera, offrivano sacrifici agli dei una volta tornati sani e salvi.”
(cap. 11)

Un ecclesiastico non ha nulla da fare se non essere sciatto ed egoista, leggere il giornale, controllare che tempo fa, e litigare con la moglie. È il suo curato a fare tutto il lavoro, e l’impegno della sua vita è andare a pranzo.
(cap. 11)

Quando guardo una notte come questa, sento come se al mondo non potesse esserci né cattiveria né dolore; e ci sarebbe sicuramente meno di entrambe le cose se la sublimità della natura fosse percepita di più, e se gli uomini riuscissero a pensare meno a se stessi contemplando una scena del genere.
(cap. 11)

Per sua fortuna, l’amore per il teatro è così generalizzato, la voglia di recitare così sentita tra le persone giovani, che difficilmente il continuo parlarne avrebbe potuto far scemare l’interesse dei suoi ascoltatori.
(cap. 13)

Mettersi a recitare! Dopo tutte le sue obiezioni… obiezioni così giuste ed espresse così pubblicamente! Dopo tutto quello che gli aveva sentito dire, dopo aver visto il suo sguardo e aver capito quello che provava. Poteva essere possibile? Edmund così incoerente. Non stava ingannando se stesso? Non era in torto? Ahimè! era tutta colpa di Miss Crawford. Aveva colto la sua influenza in ogni frase, e si sentiva infelice.
(cap. 16)

Da nessuno del gruppo era ascoltato con l’ininterrotta e genuina gioia di sua moglie, che era davvero estremamente felice di rivederlo, e il cui animo si era talmente infervorato per il suo improvviso ritorno, da metterla più vicina all’agitazione di quanto fosse stata negli ultimi vent’anni. Per qualche minuto si era sentita quasi eccitata, ed era ancora così sensibilmente animata da aver messo da parte il suo lavoro, aver spostato Pug dal suo fianco, e aver concesso la sua attenzione e tutto il resto del divano a suo marito.
(cap. 19)

“Ma parlo con lui più di quanto fossi solita fare prima. Ne sono sicura. Non mi hai sentito chiedergli della tratta degli schiavi, ieri sera?” “Si, ti ho sentita, e speravo che la domanda fosse seguita da altre. A tuo zio avrebbe fatto piacere se gli avessi chiesto ancora informazioni.” “E io volevo tanto farlo… ma c’era un tale silenzio di tomba!”
(cap. 21)

I figli della stessa famiglia, dello stesso sangue, con gli stessi ricordi e le stesse abitudini, hanno dalla loro delle possibilità di gioia che nessun legame successivo può fornire; e dev’esserci un lungo e innaturale allontanamento, una separazione che nessun legame successivo può giustificare, per far sì che simili resti preziosi dei primissimi affetti vadano interamente perduti.
(cap. 24)

e si fosse reso conto, com’era giusto che facesse un uomo buono, quanto fosse squallido e imperdonabile, quanto fosse terribile e malvagio sposarsi senza amore.
(cap. 32)

Ma questo devo dirlo, che il suo difetto, l’indulgere a fare innamorare un pochino le ragazze, per una moglie non ha nemmeno la metà dei pericoli di una propensione a innamorarsi lui stesso, una tendenza della quale non è mai stato preda.
(cap. 36)

In ogni discussione con la madre, Susan aveva il vantaggio di essere dalla parte della ragione, e non c’era mai stata nessuna tenerezza materna a corromperla. L’affetto cieco che produceva sempre cose sbagliate in tutto ciò che la circondava, lei non l’aveva mai provato. Non c’era nessuna gratitudine per un affetto presente o passato che la inducesse a sopportarne meglio gli eccessi nei confronti degli altri.
(cap. 40)

Se ne stava seduta in una vampa di calore opprimente, in un nuvola di pulviscolo in movimento, con gli occhi che potevano vagare solo dal muro su cui si stagliava la testa del padre, al tavolo tagliuzzato e intagliato dai fratelli, dove c’era il vassoio per il tè mai del tutto pulito, tazze e piattini lavati alla meglio, il latte, un miscuglio di grumi galleggianti in un liquido azzurrognolo, e pane e burro, che ogni minuto diventava persino più unto di quando era stato predisposto dalle mani di Rebecca.
(cap. 46)

Che la punizione, la punizione pubblica del disonore, dovesse essere in giusta misura inflitta anche per la parte avuta da lui nel misfatto non è, lo sappiamo, una delle barriere che la società concede alla virtù. In questo mondo, l’ammenda è meno equa di quanto si possa desiderare;
(cap. 48)

Mi astengo di proposito dal precisare delle date in questa occasione, affinché ciascuno possa essere libero di stabilire la propria, consapevole che la guarigione da invincibili passioni, e il trasferimento di amori eterni, richiedono sicuramente tempi molto variabili da persona a persona.
(cap. 48)

Si trasferirono quindi a Mansfield, e quella canonica alla quale, ai tempi di entrambi i precedenti occupanti, Fanny non era mai riuscita ad avvicinarsi senza una qualche penosa sensazione di riserbo o timore, divenne presto tanto cara al suo cuore, e tanto perfetta ai suoi occhi, quanto lo era stato a lungo tutto ciò che era all’interno del panorama e del patronato di Mansfield Park.
(finale)

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1 commento

  1. Anch’io trovo che il modo migliore per festeggiare il “compleanno” di un romanzo di Jane Austen sia leggerlo/rileggerlo, specialmente se è trascorso un po’ di tempo dall’ultima lettura. Così, approfittando di una nuova edizione che mi è stata regalata, ho ripreso in mano Mansfield Park.
    Ecco la mia citazione:

    “Se c’è qualcosa nella nostra natura che può essere considerata più meravigliosa del resto, credo che sia la memoria. Sembra che ci sia qualcosa di più incredibilmente misterioso nelle capacità, nei vuoti, nelle irregolarità della memoria, di quanta ce ne sia in qualsiasi altra facoltà del nostro intelletto. La memoria è talvolta così tenace, così efficiente, così obbediente… e altre volte così confusa e così debole… e altre ancora così tirannica, così fuori controllo! Siamo in tutti i sensi un miracolo… ma la nostra capacità di ricordare e di dimenticare sembra essere particolarmente inspiegabile.” (cap. 22)

    In queste parole, come anche in quelle immediatamente precedenti, rivolte a una Mary Crawford “insensibile e distratta”, emerge tutta la sensibilità di Fanny, il suo “tratto poetico”, il suo essere in sintonia con la natura e l’opera del tempo… non poco per la meno apprezzata tra le eroine austeniane.

Che cosa ne pensi?