Introduzione a Emma

Quest’anno cade il bicentenario della prima edizione di Emma (23 dicembre 1815), anzi, in effetti si tratta di un bicentenario che, come accadrà per i due romanzi postumi, si estenderà anche all’anno successivo, visto che l’edizione, pur se uscita alla fine del 1815, riporta come anno di pubblicazione il 1816.
Per cominciare i festeggiamenti di questo doppio bicentenario vi proponiamo l’Introduzione di Giuseppe Ierolli alla sua traduzione di Emma nel sito jausten.it, dove è ricostruita la storia editoriale del romanzo e sono riportate le numerose citazioni che Jane Austen gli ha dedicato nelle sue lettere.

Emma - 1816

In un manoscritto di poco successivo alla morte di Jane Austen, la sorella Cassandra trascrisse le date di inizio e fine del lavoro di scrittura dei sei “romanzi canonici”. Per Emma leggiamo: “iniziato il 21 gen. 1814, finito il 29 marzo 1815”. Nei mesi successivi il fratello Henry contattò John Murray, uno dei principali editori di Londra (con lui pubblicavano, fra gli altri, Byron e Walter Scott), e proprietario di una prestigiosa rivista letteraria, la “Quarterly Review”.

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Buone Feste da JASIT!

Buone Feste da JASIT

I più sentiti Auguri di Buone Feste e Buon 2015 da Jane Austen Society of Italy (JASIT)!
Mara Barbuni, Giuseppe Ierolli, Gabriella Parisi, Silvia Ogier, Petra Zari

Promo-Natale-2014-JASIT

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Speakers’ Corner n°2: fine lavori

speakerscorner-austenwomenCari lettori e scrittori,

siamo giunti alla conclusione del nostro “convegno virtuale”: quattro giorni in cui abbiamo pubblicato otto contributi che ci hanno permesso di avere, pur nel limitato spazio concesso dalla regola delle mille parole, un’ampia panoramica di pensieri e considerazioni sul tema: “Da Elizabeth a Fanny: il variegato universo delle giovani donne austeniane”.

Di seguito trovate i link agli articoli che hanno reso vivo e interessante il nostro convegno:

Romina Angelici, Da Elizabeth a Fanny: le eroine di Jane Austen
Giuseppe Ierolli, Ma le eroine di Jane Austen si fanno la barba?
Roberta Ingrao, Dedicato ad Anne Elliot
Lucia D’Alessandro, Le eroine di Jane Austen
Clara Gotto, La maturazione personale delle giovani donne austeniane
Benedetta Lorenzoni, Che donne! Brevi considerazioni sulle protagoniste di Jane Austen
Elisa Zirotti, Fanny Price: qual è il suo carattere? È seria? È strana? È ritrosa?
Mara Barbuni, Comicità, il tuo nome è Harriet 

Ringraziamo tutti coloro che hanno accolto il nostro invito, e anche chi ha partecipato o vorrà partecipare al dibattito nei commenti.

Speriamo di poter ripetere presto questa stimolante esperienza!

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Comicità, il tuo nome è Harriet

Chiude la seconda edizione dello Speakers’ Corner una riflessione firmata da Mara Barbuni.

Le protagoniste dei romanzi di Jane Austen sono caratterialmente molto diverse l’una dall’altra e si ritrovano a vivere esperienze che le rendono uniche e ben riconoscibili. Se dovessi assegnare a ciascuna di loro un epiteto — in una sorta di stile omerico, per così dire — sarei tentata di chiamarle: “Elinor la saggia”, “Marianne l’impulsiva”, “Elizabeth l’indipendente”, “Fanny la silenziosa”, “Emma la sognatrice”, “Catherine la credulona” e “Anne la nostalgica”. C’è però un personaggio femminile secondario che più di tutte le altre giovani donne austeniane si merita l’appellativo di “la comica”: è Harriet Smith.

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Fanny Price: qual è il suo carattere? È seria? È strana? È ritrosa?

Per il nostro Speakers’ Corner, Elisa Zirotti si interroga sulla protagonista di Mansfield Park.

Fanny è introversa.
Dal punto di vista psicologico, secondo Jung, “mentre il tipo estroverso si rapporta sempre prevalentemente a ciò che gli arriva dall’oggetto, l’introverso si rapporta sempre prevalentemente all’effetto prodotto sul soggetto dall’impressione esterna” e “tra la percezione dell’oggetto e la propria azione, frappone un’opinione soggettiva che impedisce alle azioni di assumere un carattere corrispondente al dato oggettivo” (cit. da C.G. Jung, Tipi psicologici) .

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Che donne! Brevi considerazioni sulle protagoniste di Jane Austen

Dallo Speakers’ Corner ecco l’intervento di Benedetta Lorenzoni.

Che belle le figure femminili di Jane Austen!
La mia preferita è Elizabeth: vivace, indipendente, intelligente, ironica, è una donna fresca e che, se fosse reale, rimarrebbe giovane anche da anziana. Una degna compagna per un uomo come Mr. Darcy, che desidera una donna stimolante, che lo aiuti a crescere. Non è troppo bella, non corrisponde a stereotipi, di allora e di oggi. Una donna alternativa, singolare, con una personalità. La troviamo nel romanzo giovanile di JA non a caso, a mio parere: delineata da una ventunenne (esattamente l’età di Lizzie) che io immagino acuta ed entusiasta come il suo personaggio. Eppure Lizzie non è poco realistica, vede il mondo e i suoi difetti con lucidità, senza illusioni ma senza cinismo: e io immagino la sua creatrice come il suo personaggio. Chissà se era veramente così.

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