Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen: una festa come nel 1813

Pubblichiamo qui la traduzione di un articolo di Lucy Wallis per BBC News (http://www.bbc.co.uk/news/magazine-22308373)

La BBC ha ricreato il ballo di Netherfield ispirandosi al classico di Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio. Come sarebbe stato questo evento nella realtà?

È una verità universalmente riconosciuta che molte di noi nutrono il segreto desiderio di indossare un cappellino e danzare un reel con Mr Darcy al ballo di Netherfield. Questo evento, nel romanzo austeniano del 1813, è un punto di svolta cruciale nella storia tra Elizabeth Bennet e Mr Darcy, e rappresentava un’ambientazione familiare per i primi lettori di Austen – un ambiente in cui “fare gruppo”, socializzare e flirtare con potenziali mogli o mariti.

Gli inviti

L’eccitazione cominciava con il vedersi recapitare un invito, ma proprio come oggi, i cartoncini stampati per l’occasione, soprattutto se inviti ad un ricevimento, erano molto costosi. Gli inviti di Mr Bingley sarebbero stati stampati in grandi quantità, con spazi vuoti nei quali aggiungere a mano il nome dell’ospite, la data e l’ora del ballo. Proprio perché si trattava di eventi solo su invito, la lista degli ospiti era molto prestigiosa, afferma John Mullan, professore di Inglese al University College London ed esperto dei romanzi di Jane Austen. Chiunque nel vicinato potesse permettersi di acquistare un biglietto poteva avere accesso a un ballo pubblico, ma un ricevimento come il ballo di Netherfield era riservato ai ceti sociali più alti. Sarebbero stati invitati tutti gli uomini e le donne che avessero raggiunto l’età per cercare moglie o marito.

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Jane e l’arte epistolare

Sebbene Jane se ne sia discostata per precisa scelta stilistica nei suoi romanzi maggiori, la forma epistolare informava di sé sia i costumi e i modi dell’epoca, sia la vita stessa della famiglia Austen dato che era l’unico mezzo per dare notizie di sé e riceverne, prendere accordi, fare progetti. Si trattava di una vera e propria arte in cui Jane Austen può essere considerata, ancora una volta, eccellente:

Ormai ho acquisito la vera arte epistolare, che come ci hanno sempre detto, consiste nell’esprimere su carta esattamente ciò che si direbbe alla stessa persona a voce; ho chiacchierato con te quasi alla mia velocità abituale per tutta questa lettera.
(Lettera 29, 3 gennaio1801)

I have now attained the true art of letter-writing... (Ormai ho acquisito la vera arte epistolare...)
I have now attained the true art of letter-writing…
(Ormai ho acquisito la vera arte epistolare…)

Questa attività comportava il suo bel daffare perché oltre a essere un impegno quotidiano rappresentava anche un dovere da cui non ci si poteva esimere e a essa ci si dedicava quando, appena dopo colazione, si aspettava l’ora delle visite, o si approfittava di qualche momento di solitudine. Dato che vigeva un fiscalissimo regime di affrancatura, e il costo della lettera non era propriamente economico, non si sprecava nessuno spazio del foglio e, quando si poteva, si approfittava della franchigia spettante a qualche deputato locale: “Mary aveva tutta l’intenzione di scriverti con la franchigia di Mr Chute” (L25, 8-9 novembre 1800) o più frequentemente ancora si affidava a qualche visitatore di passaggio, o meglio a qualche familiare che se ne facesse latore, sebbene questo non fosse il mezzo di consegna che Jane prediligeva:

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Juvenilia austeniani

Sul numero 30 di “Fili d’aquilone” (rivista web d’immagini, idee e Poesia) trovate un articolo di Giuseppe Ierolli sugli Juvenilia austeniani.

“Nell’anno in cui ricorre il bicentenario di Orgoglio e pregiudizio (pubblicato il 28 gennaio 1813), Jane Austen è più che mai presente nella cultura letteraria, ed è ormai da lungo tempo considerata una pietra miliare nella storia del romanzo. Qui però non si parlerà del suo romanzo più famoso, né degli altri cinque cosiddetti “romanzi canonici”, ma di tre volumi manoscritti, rilegati artigianalmente dalla stessa autrice, conservati nella British Library di Londra e nella Bodleian Library di Oxford. Si tratta di quelli che sono attualmente conosciuti come “Juvenilia”, una serie di brani di varia natura le cui date di composizione vanno all’incirca dal 1787 al 1793, ovvero dai dodici ai diciotto anni di Jane Austen (1775-1817), che furono pubblicati per la prima volta nel 1922 (vol II), 1933 (vol. I) e 1951 (vol. III).”

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Cittadini del mondo: visioni contemporanee dei personaggi di Jane Austen

La critica letteraria contemporanea ha spesso affrontato le storie di Jane Austen da un punto di vista “esterno” rispetto allo svolgimento specifico della narrazione, ai personaggi e alla socialità, che secondo la tradizione sono i punti di forza delle sue opere. Recentemente, uno dei principali argomenti di studio è stato quello della rappresentazione, certo celata e indiretta, dei rapporti tra culture diverse, che ad uno sguardo attento riesce ad emergere tra le fitte maglie delle trame austeniane.

L’esempio più eclatante di questa rappresentazione è senz’altro Mansfield Park, un libro che si distanzia considerevolmente, sia per i contenuti che per lo stile, dagli altri cinque romanzi canonici. I toni di Mansfield Park sono infatti meno brillanti, la caratteristica dell’ironia è quasi del tutto assente, e la protagonista, Fanny Price, è un personaggio che con la sua malinconia e i suoi lunghi silenzi risulta molto diversa dalla briosa Lizzy Bennet o dall’elegante Emma. Mansfield Park è una storia ricca di ombre, in cui le figure dei villain (entrambi i fratelli Crawford possono essere considerati tali) sono meno definite, più ambigue, più sottili e forse ancora più pericolose dei vari Willoughby, Wickham e Thorpe. Ma l’aspetto più particolare di questo romanzo è il fatto che qui Austen – consapevolmente o no – pone all’attenzione del lettore degli inquietanti interrogativi sulle origini delle ricchezze della famiglia che è oggetto del racconto. Siamo informati del fatto che Sir Thomas Bertram conta su una rendita cospicua, e che per quanto parte di essa sia il risultato dell’attività agricola sui terreni di Mansfield, la sua porzione più consistente dipende dallo sfruttamento di piantagioni a canna da zucchero nella lontana Antigua.

La recente critica postcoloniale ha trattato estesamente la questione dell’imperialismo espressa non esplicitamente, ma facilmente intuibile, in Mansfield Park: trattano l’argomento, ad esempio, Culture and Imperialism (“Cultura e imperialismo”) di Edward W. Said, e il suo saggio “Jane Austen and Empire” (“Jane Austen e l’impero”), ripreso da Susan Fraiman in “Jane Austen and Edward Said: Gender, Culture and Imperialism” (“Jane Austen ed Edward Said: genere, cultura e imperialismo”); A Reading of Mansfield Park (“Una lettura di Mansfield Park”) di Avrom Fleishman; “‘That Abominable Traffic’: Mansfield Park and the Dynamics of Slavery” (“‘Quel traffico abominevole’: Mansfield Park e le dinamiche della schiavitù”) di Joseph Lew; “The Shadow behind the Country House: West Indian Slavery and Female Virtue in Mansfield Park” (“L’ombra dietro la dimora di campagna: la schiavitù nelle indie occidentali e la virtù femminile in Mansfield Park”) di Maaja Stewart; “Domestic Retrenchment and Imperial Expansion: The Property Plots of Mansfield Park” (“Chiusura domestica ed espansione imperialista: i temi della proprietà in Mansfield Park”) di Clara Tuite; “Decolonising Mansfield Park” (“Decolonizzare Mansfield Park”) di John Wiltshire.

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Novità editoriale: A proposito di Jane Austen di Federica Marchetti

a_proposito_di_jane_austen_marchettiDalla fine di aprile, è disponibile il nuovo libro che Federica Marchetti ha dedicato a un grande amore letterario della sua vita, Jane Austen: A proposito di Jane Austen. Orgoglio e Pregiudizio compie 200 anni.
Il libro è, come l’autrice stessa ha indicato in un commento proprio in questo sito, “un volume a tutto tondo sulla nostra Jane: vita, opere, epoca, fanfiction, film, sceneggiati, gadget, l’utile e il dilettevole con immagini realizzate a mano”.
Su questa sua ultima fatica, Federica, che ringraziamo vivamente, ci ha regalato qualche dettaglio, che riportiamo integralmente di seguito.

«Accade spesso agli scrittori, agli studiosi e anche ai cultori della letteratura che, a furia di frequentare personaggi e luoghi letterari, si finisce per vivere un’esistenza parallela in cui i suddetti personaggi e luoghi esistono realmente. Agli occhi dei profani tutto ciò può apparire come il fenomeno del miraggio nel deserto, della possessione diabolica o dell’estasi causata dall’uso di droghe ma chi ama e vive profondamente i libri può capire di cosa sto parlando.

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Giornali d’epoca

annuncio_reading_mercuryLa vendita all’asta dei beni del rev. Austen prima del trasferimento a Bath, nascite e morti in famiglia, la pubblicazione dei romanzi, tutte cose che noi janeites conosciamo benissimo, che troviamo in tutte le biografie; ora però possiamo leggere alcune di queste notizie in, per così dire, presa diretta, sui giornali dell’epoca.

Giuseppe Ierolli, nel suo viaggio attraverso la vita di Jane Austen, ha raccolto tutti i ritagli che ha trovato finora in una pagina del sito jausten.it, e si ripromette di cercare ancora e di arricchirla man mano.

Se avete qualche segnalazione in proposito potete metterla nei commenti o scrivere a Giuseppe al suo indirizzo email: ierolli@hotmail.com

Vai alla pagina su jausten.it

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