Mansfield Park: nuova edizione Einaudi, dal 9 aprile

mansfield_park_einaudiEinaudi pubblica domani 9 aprile una nuova edizione di Mansfield Park, iniziando con largo anticipo (esattamente un anno e un mese) le danze editoriali  per il bicentenario del 9 maggio 2014.

Analogamente all’edizione di Persuasione del 2011, anche in questa nuova uscita troviamo un’introduzione di Roberto Bertinetti. La traduzione è di Luca Lamberti.

Scheda del libro
Mansfield Park
di Jane Austen
Traduzione di Luca Lamberti
Introduzione di Roberto Bertinetti
Casa Editrice: Einaudi (Einaudi Tascabili, Classici)
Pagine: 503, brossura
Prima edizione: 9 aprile 2013
ISBN: 9788806215620

Sinossi
Fanny Price non ha niente delle protagoniste dei romanzi di Jane Austen: non ha il senso dell’umorismo di Elizabeth Bennet né la frivolezza di Emma, non possiede la consapevolezza e l’intelligenza di Elinor Dashwood o l’irruenza e l’intraprendenza di sua sorella Marianne. Perciò, sin da quando viene accolta ancora bambina in casa degli zii Bertram, Fanny capisce che l’unica cosa che può fare è ricevere l’educazione che, rispettando i dettami e i canoni dell’epoca, farà di lei una donna dolce e remissiva, “un’amica e una compagna ideale”. Tuttavia, quando da Londra arrivano a Mansfield Park i fratelli Crawford, due giovani più indipendenti dei compassati Bertram, nascerà una girandola di simpatie, passioni e illusioni i cui effetti toccheranno anche la timida Fanny, scuotendone le certezze e portandola a capire – grazie a una prosa deliziosamente ironica con cui l’autrice non manca di criticare l’educazione che la società inglese di inizio Ottocento riservava alle donne di essere qualcosa di più di una semplice e brava dama di casa.

Link utili
Mansfield Park sul sito della casa editrice Einaudi

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The Lizzie Bennet Diaries – Guida per i Janeites italiani

The Lizzie Bennet Diaries è un adattamento moderno di Orgoglio e Pregiudizio trasmesso online, quindi si tratta proprio di una web series (cioè una serie che va in onda su internet e non in tv).

Come dice il titolo, la protagonista Lizzie Bennet, qui ventiquattrenne studentessa universitaria californiana, racconta la propria vita attraverso un video diario, o vlog (contrazione di video-blog), su YouTube, come progetto per la sua tesi di laurea.
Ecco come si presenta nel proprio canale:
«La mia amica Charlotte ed io ci imbarchiamo in una spedizione epica per documentare la follia della mia famiglia per qualche settimana. Charlotte frequenta una scuola per la produzione televisiva e cinematografica mentre io studio Scienze della Comunicazione [N.d.T.: nell’originale Mass Communications]. Qui affiniamo le nostre capacità.»

La serie è stata creata da due esperti della comunicazione attraverso i nuovi mezzi online, Hank Green e Bernie Su. In un video (Introducing Lizzie Bennet, link in fondo a post) del 12 aprile 2012, a serie appena iniziata, Hank Green ha spiegato che il capolavoro di Jane Austen è diventato il suo libro preferito grazie a sua moglie Katherine, che lo ama da sempre: ri-raccontare questa storia all’epoca di internet e delle reti sociali, che sono il suo pane quotidiano, è sembrato naturale – anche se azzardato perché è un modo del tutto nuovo di adattare un romanzo, per di più così famoso e amato. Egli stesso ha dichiarato nel video su citato che lo considera “un esperimento estremamente entusiasmante”.

Ora che la serie si è conclusa, si può dire che l’esperimento sia perfettamente riuscito, avendo riscosso grande successo in tutto il mondo, con oltre 26 milioni di visualizzazioni e un vastissimo pubblico di fervidi appassionati, ed essendosi guadagnata l’attenzione di riviste prestigiose, come Wired.

La serie è andata in onda per quasi un anno, dal 9 aprile 2012 al 28 marzo 2013, su YouTube.
Gli episodi, 100 in tutto, della durata di meno di dieci minuti (in media da 4 a 7 min.) sono stati trasmessi ogni settimana, con una sola breve pausa natalizia, al lunedì e al giovedì alle 9 del mattino (ora di Los Angeles). Ora che si è conclusa, è sempre disponibile alla libera visione su YouTube.

Di seguito, una breve guida per guardare questa serie senza perdere un solo colpo di scena o una sola battuta fulminante – e scoprire come il gruppo di LBD sia riuscito a dimostrare con genialità moderna come la forza della storia creata da Jane Austen 200 anni fa resti intatta e appassionante anche immersa nella nostra società ipertecnologica…

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Una nuova pagina: Bibliografia Italiana

Jasit LogoContinuiamo la pubblicazione di pagine di consultazione dedicate a chiunque desideri approfondire la materia austeniana.

Dopo Conoscere Jane Austen, che presenta la “donna” Jane Austen e la sua opera a chi ancora non la conosce o la conosce poco, oggi pubblichiamo Bibliografia Italiana.

La pagina elenca i testi (biografie, saggi e articoli) in italiano disponibili in formato cartaceo o online, ordinate per autore in ordine alfabetico, dalla prima biografia di Jane Austen mai pubblicata, il famoso Memoir of Jane Austen scritto nel 1869 dal nipote James Edward Austen-Leigh, ai saggi di Virginia Woolf nel Lettore Comune scritti nel 1923, fino alle recensioni anonime dal 1812 al 1818.
In fondo al materiale di questo genere, è disponibile anche  l’elenco completo delle edizioni di opere di Jane Austen tradotte in italiano, limitatamente ai romanzi cosiddetti canonici (Ragione e Sentimento, Orgoglio e Pregiudizio, Mansfield Park, Emma, L’Abbazia di Northanger e Persuasione) e alle prime edizioni delle traduzioni.

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Matita blu per Jane Austen?

jarcpultimocapitolo1Un paio di anni fa sono usciti alcuni articoli che, citando degli studi sui manoscritti austeniani di Kathryn Sutherland (autrice fra l’altro di Jane Austen’s Textual Lives: From Aeschylus to Bollywood, un saggio molto interessante su questo argomento), asserivano, con titoli che sicuramente colpivano il lettore, una presunta trascuratezza nella scrittura di Jane Austen, affermando, più o meno esplicitamente, che molto dello stile di scrittura dei suoi romanzi fosse in realtà dovuto a William Gifford, l’editor di John Murray, il proprietario della casa editrice che si occupò della pubblicazione di Emma, dei due romanzi postumi: Northanger Abbey e Persuasion, nonché della seconda edizione di Mansfield Park, pubblicato in precedenza da Egerton, lo stesso editore di Sense and Sensibility e Pride and Prejudice. Ma è vero che Jane Austen ha avuto bisogno di un maestro con la matita blu? Per saperlo, o meglio, per saperne di più, continua a leggere su jausten.it

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Perfida Jane, la scrittrice bambina

Nuova giornata, nuovo articolo su Jane Austen. Anche questo, come quello che abbiamo riportato ieri, è una trascrizione da un articolo apparso su L’Unità sempre nel 1994 (14 maggio); inoltre, ci è stato segnalato da un’altra affezionata lettrice, Anna Carini.

L’autore è uno scrittore che è stato tra i maggiori anglisti italiani: Agostino Lombardo. Insieme alla bellezza dei suoi contenuti, godetevi anche l’altezza della sua scrittura. 

 

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Jane Austen: questa grande scrittrice ha sempre goduto, in Italia, di attenta considerazione (basti leggere certe pagine di Cecchi e di Praz, o il bel libro di Patrizia Nerozzi Bellman (Jane Austen, Bari, Adriatica Editrice 1973), ma il 1994 sembra annunciare l’inizio di una vera e propria fortuna. Ecco infatti che l’Abbazia di Northanger (nella ancor oggi suggestiva versione di Anna Banti e con una assai intelligente introduzione di Ornella De Zordo) è tra i libri con cui si apre la nuova collana di Classici diretta da Lucio Felici per l’editore Giunti di Firenze. Ed ecco poi che le edizioni Theoria di Roma (che avevano già pubblicato le opere della Austen, tra cui la stessa Abbazia) inaugurano un’edizione completa, prevista in nove volumi, delle opere austeniane (a cura di Malcolm Skey), con i primi tentativi letterari della scrittrice: Amore e amicizia, Catherine, ovvero la pergola e altri scritti giovanili (l’ottima traduzione è di Stefania Censi).

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Jane Austen: Orgoglio e conti in tasca

Riporto qui un interessante articolo pubblicato su L’Unità il 12 dicembre 1994, dal titolo “Jane Austen. Orgoglio e conti in tasca”. Lo trascrivo esattamente come compare nell’originale. Buona lettura!

Proseguendo nella edizione delle Opere Complete di Jane Austen, Theoria pubblica ora Orgoglio e pregiudizio, certamente l’opera più famosa della scrittrice, nata a Steventon (Hampshire) nel 1775, morta a Winchester nel 1817, autrice tra l’altro di L’abbazia di Northanger (apparsa di recente anche nella nuova collana dei Classici Giunti) e incluso nella serie “Illusioni e fantasmi” de L’Unità), e Mansfield Park, Emma, Persuasione, Sanditon, Ragione e sentimento, pubblicati con scarso successo immediato e riconoscimenti tardivi. Malcolm Skey, lo storico inglese curatore della edizione delle Opere complete di Theoria, ha scritto per noi questa riflessione sull’attualità di Jane Austen.

 “Chiunque abbia avuto la temerarietà di scrivere di Jane Austen sarà fin troppo consapevole di due fatti: primo, che di tutti i grandi scrittori è il più difficile da cogliere nei momenti di massima grandezza; secondo, che ci sono venticinque signori di una certa età residenti nei dintorni di Londra i quali si offendono per qualsiasi osservazione circa la sua genialità come si trattasse di un insulto alla castità delle loro zie”. Così Virginia Woolf. Inutile dire che la situazione italiana – anche oggi – è assai diversa: sarebbe strano a dir poco se chi scrivesse della Austen su un quotidiano dovesse ricevere lettere inviperite da Bracciano o da Grottaferrata.

Jane Austen infatti appartiene ancora alla categoria degli scrittori noti ma non riconosciuti; spesso viene letta in chiave meramente consolatoria e perciò tende a essere disprezzata da chi predilige sapori più forti. Non molto tempo fa un mio amico editore ha osato dirmi con aria serissima che si tratta di una “scrittrice per donne” (quindi doppiamente squalificata, presumo). Questo basta, mi pare, per giustificare la pubblicazione delle opere complete a quasi centottant’anni dalla morte. Non solo è quasi un invito a privilegiare quelle opere o frammenti poco conosciuti – soprattutto Sanditon, cui la Austen lavorò fino a pochi mesi prima di morire – che per certi versi sono l’antitesi dell’immagine tradizionale della “divina zia Jane”. Finalmente si riesce a vedere che non è tanto l’autrice di sfavillanti romanzi di formazione come Orgoglio e pregiudizio e Emma, bensì una scrittrice seria, consapevole, per nulla bacchettona e – vivaddio – settecentesca, non vittoriana.

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