Come visitare la casa di Jane Austen a Chawton

In questo articolo, propongo una breve guida per chiunque desideri recarsi in visita al famoso Chawton Cottage, la casa dello Hampshire che fu la dimora (molto amata) di Jane Austen, sua madre e sua sorella Cassandra dal 1809 e che oggi è diventato un museo, il Jane Austen’s House Museum. Troverete qualche consiglio su come vivere al meglio questa piacevolissima visita, che non può mancare nel diario di viaggio di ogni Janeite.

Posso anticipare a chi non c’è mai stato, e ricordare a chi invece ci è già andato, che in questo luogo ci si sente esattamente “dentro” la vita, i romanzi, le lettere di Jane Austen tanto che, mentre si passeggia nel giardino o si sosta in una delle stanze, ci si aspetta di vederla arrivare da un momento all’altro, o di udirne la voce.

chawton-cottage-writing-table

Particolare emozione suscita sempre quello che è forse il pezzo forte del museo, il leggendario tavolino sul quale Jane scriveva le gustosissime lettere e gli appassionanti romanzi che abbiamo imparato ad amare.
Non aveva una stanza tutta per sé ed è sorprendente come sia riuscita a trovare la concentrazione giusta per comporre i suoi mirabili scritti su questo ripiano così piccolo per di più posizionato nel soggiorno, nel bel mezzo della vita quotidiana e familiare, davanti all’ampia finestra che dà sulla strada, teatro di un vivace via vai. Ma forse è proprio questa collocazione ad aver alimentato la sua fervida mente.

Continue Reading

Fanny o il trionfo della delicatezza – di Pietro Citati

pietro_citati_fanny_delicatezza

Lo scorso 9 maggio, sulle pagine del Corriere della Sera, Pietro Citati coglie l’occasione dell’uscita della nuova edizione Einaudi di Mansfield Park per riflettere sulla protagonista di tale romanzo, Fanny Price.

>>.<<

Riletture – «Mansfield Park»: ritorna per la Einaudi uno dei romanzi più potenti e autobiografici della scrittrice inglese. Dal simbolico lieto fine
Fanny o il trionfo della delicatezza
L’eroina di Jane Austen, modello vincente di una vera femminilità

Molti lettori di Jane Austen non amano Mansfield Park, di cui Einaudi pubblica oggi una nuova edizione (traduzione di Luca Lamberti, con un saggio di Roberto Bertinetti, p. 490, 12). A me pare bellissimo. Certo, è molto diverso da Giudizio e sensibilità, Orgoglio e pregiudizio, Emma, Persuasione. In primo luogo, le case abitate dai personaggi sono vaste, massicce, circondate da grandi parchi: ricchi aristocratici sostituiscono i rappresentanti della classe media; mentre l’architettura del romanzo, egualmente grave, aggrondata e massiccia e il ritmo lento e faticoso del racconto ricordano poco l’incantevole levità degli altri libri.

Continue Reading

The Lizzie Bennet Diaries – Guida per i Janeites italiani

The Lizzie Bennet Diaries è un adattamento moderno di Orgoglio e Pregiudizio trasmesso online, quindi si tratta proprio di una web series (cioè una serie che va in onda su internet e non in tv).

Come dice il titolo, la protagonista Lizzie Bennet, qui ventiquattrenne studentessa universitaria californiana, racconta la propria vita attraverso un video diario, o vlog (contrazione di video-blog), su YouTube, come progetto per la sua tesi di laurea.
Ecco come si presenta nel proprio canale:
«La mia amica Charlotte ed io ci imbarchiamo in una spedizione epica per documentare la follia della mia famiglia per qualche settimana. Charlotte frequenta una scuola per la produzione televisiva e cinematografica mentre io studio Scienze della Comunicazione [N.d.T.: nell’originale Mass Communications]. Qui affiniamo le nostre capacità.»

La serie è stata creata da due esperti della comunicazione attraverso i nuovi mezzi online, Hank Green e Bernie Su. In un video (Introducing Lizzie Bennet, link in fondo a post) del 12 aprile 2012, a serie appena iniziata, Hank Green ha spiegato che il capolavoro di Jane Austen è diventato il suo libro preferito grazie a sua moglie Katherine, che lo ama da sempre: ri-raccontare questa storia all’epoca di internet e delle reti sociali, che sono il suo pane quotidiano, è sembrato naturale – anche se azzardato perché è un modo del tutto nuovo di adattare un romanzo, per di più così famoso e amato. Egli stesso ha dichiarato nel video su citato che lo considera “un esperimento estremamente entusiasmante”.

Ora che la serie si è conclusa, si può dire che l’esperimento sia perfettamente riuscito, avendo riscosso grande successo in tutto il mondo, con oltre 26 milioni di visualizzazioni e un vastissimo pubblico di fervidi appassionati, ed essendosi guadagnata l’attenzione di riviste prestigiose, come Wired.

La serie è andata in onda per quasi un anno, dal 9 aprile 2012 al 28 marzo 2013, su YouTube.
Gli episodi, 100 in tutto, della durata di meno di dieci minuti (in media da 4 a 7 min.) sono stati trasmessi ogni settimana, con una sola breve pausa natalizia, al lunedì e al giovedì alle 9 del mattino (ora di Los Angeles). Ora che si è conclusa, è sempre disponibile alla libera visione su YouTube.

Di seguito, una breve guida per guardare questa serie senza perdere un solo colpo di scena o una sola battuta fulminante – e scoprire come il gruppo di LBD sia riuscito a dimostrare con genialità moderna come la forza della storia creata da Jane Austen 200 anni fa resti intatta e appassionante anche immersa nella nostra società ipertecnologica…

Continue Reading

L’occhio di Jane sulla tazza di tè

830828_corriere_citati_occhio-di-jane-tazza-tè
Un particolare dell’articolo di Pietro Citati, dalla pagina del 28 agosto 1983

Grazie ad una paziente ed efficace ricerca condotta da Romina Angelici, grazie alla disponibilità della redazione del Corriere della Sera, e grazie alla puntuale trascrizione di Giuseppe Ierolli, abbiamo recuperato un prezioso articolo del 23 agosto 1983 di Pietro Citati, L’occhio di Jane sulla tazza di tè. Buona lettura.

>>-<<

Rileggendo due famosi romanzi della Austen

L’occhio di Jane sulla tazza di tè

Quando uno è in convalescenza, come mi è capitato negli ultimi tempi, quando il corpo è languido, inerte, incerto, incapace di tensioni e di sforzo, i libri vanno scelti con cura. Shakespeare turba, con la sua massa roteante di immagini. Tolstoj stanca, col suo passo troppo veloce. Balzac nausea, con la sua fisicità soffocante. Dostoevskij sconvolge, col suo urgere irrisolto di problemi. Nulla meglio di un romanzo di Jane Austen: un villaggio o una proprietà di campagna, poche figure e pochi avvenimenti, un’esile quantità di tempo, un’implacabile precisione di tocco e di linee. Ricordavo il famoso giudizio di Charlotte Brontë, che i lettori hanno sempre condiviso. «Non si occupa tanto del cuore umano, quanto degli occhi, delle bocche, delle mani, dei piedi. Ciò che vede acutamente, che parla acconciamente, che si muove flessibilmente, conviene al suo studio, ma ciò che palpita con intensità e pienezza, sebbene nascosto, ciò che è l’invisibile sede della vita e il senziente bersaglio della morte – questo Miss Austen lo ignora… Essa non agita il lettore con alcunché di veemente, non lo turba con alcunché di profondo. Anche ai sentimenti non fa che un raro saluto grazioso ma distante». Il mio corpo, che non voleva inquietudini e turbamenti, ne era rassicurato.

Continue Reading