Due pollici d’avorio, numero 6, ottobre 2016

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Rivista quadrimestrale della Jane Austen Society of Italy (JASIT) riservata ai Soci
Direttore: Mara Barbuni
Ideazione grafica e impaginazione di Petra Zari
ISSN 2420-9929
Numero 6, ottobre 2016, pagg. 72

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La ragazza di provincia: Catherine Morland
e l’incipit di L’Abbazia di Northanger
NADIA TERRANOVA

Questo articolo intende delineare l’archetipo della “ragazza di provincia”, di colei che di quel mondo è l’essenza, prendendo in esame il ritratto schizzato da Jane Austen, quando cominciò a scrivere L’Abbazia di Northanger: Catherine Morland.

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Sanditon: una novità e un ritorno
GIUSEPPE IEROLLI

L’articolo prende in esame Sanditon, l’ultima e incompiuta opera austeniana, con informazioni essenziali sulla stesura del manoscritto e sulle vicende biografiche che caratterizzarono i circa tre mesi intercorsi tra l’inizio e l’abbandono della composizione. Nella seconda parte l’attenzione è rivolta sia alla novità di un argomento come la speculazione immobiliare legata allo sviluppo di una località balneare, un tema piuttosto inusuale nella narrativa austeniana, sia, in particolare, al ritorno a uno stile parodico che sembrava essersi fatto più sfumato nel tempo, tanto da permettere di trovare alcune analogie con le opere giovanili, i cosiddetti Juvenilia, e con il romanzo che per primo conobbe una stesura definitiva: Northanger Abbey.

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Vivere a Bath oggi. Tracce di Jane Austen
JANE ODIWE
(a cura di Gabriella Parisi)

Jane Odiwe, autrice di Austen Inspired Novels che trascorre a Bath parte dell’anno, ci porta a visitare la città in cui Jane Austen trascorse gli anni dal 1801 al 1806, e in cui ambientò parte de L’Abbazia di Northanger e di Persuasione, così com’è oggi, suggerendo un tour virtuale dei luoghi più legati alla scrittrice.

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Lo sguardo di Constable sul mondo di Jane Austen
MARA BARBUNI

Questo articolo tenta di guardare al mondo raccontato da Jane Austen attraverso lo sguardo del pittore inglese John Constable, per isolare alcuni episodi austeniani più o meno celebri e tentare di visualizzarli o “illustrarli”, come in una sorta di ipotetica edizione a colori, utilizzando i quadri del celebre artista del Suffolk.

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Un giardino tutto per sé. A Chawton con
Jane Austen, 
a Monk’s House con Virginia Woolf
LUANA SOLLA

Le case degli scrittori sono luoghi di studio e meditazione, talvolta persino di pellegrinaggio. Edifici le cui pareti sono intrise di scrittura e pensieri. In circostanze particolarmente fortunate, però, non solo possiamo visitare le stanze che furono abitate dagli autori cui siamo legati, ma anche i loro giardini. Con circa 65 miglia – e poco più di 100 anni – a dividerle, Jane Austen e Virginia Woolf amarono e abitarono due giardini rigogliosi: quello di Chawton, nello Hampshire, e quello di Monk’s House, nel Sussex. Spazi vivi e in continuo movimento, dove le due autrici hanno trovato ristoro, pace e ispirazione. Giardini tutti per loro, perimetri entro cui si sono succeduti momenti d’essere che le due donne hanno saputo trasferire su carta e che, stagione dopo stagione, si rinnovano anche oggi, rendendoci fortunate testimoni dell’essenza più intima del loro quotidiano.

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Vestirsi per un ballo
GABRIELLA PARISI

La rubrica Lezioni di ballo con Jane Austen si occupa in questo numero dell’abbigliamento – sia femminile che maschile – più indicato per partecipare a un ballo, con alcuni consigli tratti da uno dei manuali di comportamento più famosi dell’epoca, The Mirror of The Graces: or, The English Lady’s Costume.

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«Let us not underestimate the
power of a well written letter».
Le lettere tra realtà e finzione
nell’Inghilterra del XVIII
secolo

ROBERTA ZANASI

Il 700 è stato chiamato dagli studiosi «l’epoca d’oro dell’arte epistolare». L’ articolo parte dalle ragioni storiche e sociali che stanno dietro a questa affermazione per indagare il fenomeno della diffusione del genere epistolare in Gran Bretagna nel XVIII secolo. La versatilità di questo genere lo rendeva adatto allo stesso tempo a descrivere le realtà diverse di terre lontane o le piccole cose della quotidianità, a dispensare insegnamenti morali e a dilettare i lettori, a rendere la realtà e ma anche la finzione (mantenendo comunque credibilità). Il romanzo epistolare che vedrà in questo periodo alcuni dei suoi esempi più influenti, diventa quindi il simbolo di questo fenomeno, anche se alla fine del secolo entrerà in una fase di declino (proprio con autori come Jane Austen)  a favore di un nuovo tipo di realismo.

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Carta, penna e scrittoio: gli strumenti della vera
arte 
di scrivere lettere ai tempi di Jane Austen
SILVIA OGIER 

Le opere e le lettere di Jane Austen sono ricche non solo di lettere di fondamentale importanza da un punto di vista strettamente narrativo ma anche di riferimenti alle loro caratteristiche materiali, agli strumenti utilizzati per comporle e alle modalità di recapito, che ci restituiscono un quadro fedele degli usi e costumi della sua epoca relativi alla corrispondenza. Attraverso citazioni dai testi austeniani, l’articolo si propone di raccontare la vita quotidiana e pratica della “true art of letter-writing” negli anni della Reggenza.

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