Due passi per Austenland: un tour di Bath

Nella nostra serie di post dedicata ai luoghi austeniani, “Due passi per Austenland”, per la quale ci siamo lasciati ispirare da Jane Austen: i luoghi e gli amici di Constance Hill (tradotto da noi di JASIT e pubblicato in dicembre 2013 dalla casa editrice JoMarch), abbiamo già trattato di Bath, e in particolare del cuore pulsante della sua società che sono le Assembly Rooms. Questo articolo offre invece una più estesa panoramica della città, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, nella forma di una vera e propria “passeggiata” che tocca tutti i siti esposti allo sguardo di Jane Austen.

Bath-city-map-300x185

 

In una lettera alla sorella del 5-6 maggio 1801 Jane descrive così il suo arrivo: “Il primo impatto con Bath col tempo buono non corrisponde alle mie aspettative; penso che la vedrò più distintamente attraverso la Pioggia. – Il Sole faceva da sfondo a tutto, e dalla cima di Kingsdown l’aspetto del luogo, appariva tutto vapore, ombra, fumo e confusione.” Il nostro tour inizia da Sydney Place, ovvero proprio dal luogo in cui gli Austen abitarono, a partire dal 1801, per tre anni. Nell’imminenza del trasloco da Steventon, Jane aveva espresso a Cassandra (lettera del 21-22 gennaio) il desiderio di andare a vivere vicino ai Sydney Gardens per poter passeggiare tutti i giorni nel Labirinto. Era stata accontentata.

Proseguendo lungo la Great Pulteney Street ci ricordiamo che “[gli Allen] si sistemarono subito in un confortevole alloggio in Pulteney Street” (L’abbazia di Northanger, cap. 2). Alla fine della strada ci ritroviamo in Laura Place, dove “Lady Darlymple aveva affittato una casa e avrebbe condotto una vita in grande stile” (Persuasione, cap. 16). Procedendo dritti e poi volendo svoltare a destra troveremmo Walcot Church, dove i genitori di Jane Austen si sposarono nel 1764 e dov’è sepolto Mr. Austen; ma continuiamo invece sulla nostra strada e superiamo il fiume Avon fino ad arrivare al sito delle Lower Assembly Rooms, che non possiamo più vedere perché furono distrutte da un incendio nel 1820. Davanti a noi c’è Bond Street, dove Sir Walter “aveva contato ottantasette donne […] senza vedere un viso tollerabile” (Pers., 15). Pieghiamo ora verso sinistra: vediamo all’orizzonte la “nobile collina” di Beechen Cliff, territorio delle escursioni dei Tilney (North., 14), ma preferiamo dirigerci alla Pump Room, dove Catherine si affretta, “con più impazienza del solito, sicura di incontrarvi Mr. Tilney” (North., 4). Constance ed Ellen Hill la fotografano per noi: “Un maestoso edificio di pietra; le sue quattro alte colonne scanalate incoronate da capitelli corinzi, che sostengono un frontone scolpito”; e all’interno, “una sala lunga dal soffitto elevato, illuminata da alte finestre” (Jane Austen: i luoghi e gli amici, p. 109).

pump room ellen hillEvitiamo naturalmente il bicchiere d’acqua termale che sorbiscono i personaggi di Jane Austen e fermiamoci invece per un sontuoso tè – con notevole, e dispendioso, corredo di leccornie quali tartine con salmone affumicato, cetriolo e crème fraiche, sandwich di vario genere, pasticcini, scone con clotted cream tipica del Devonshire e marmellata di fragole e champagne. Ben rimpinzati, possiamo decidere di visitare le terme romane (www.romanbaths.co.uk) oppure procedere sulle tracce di Jane Austen. In quest’ultimo caso, possiamo visitare, nelle vicinanze, Green Park, dove gli Austen abitarono per un periodo limitato nel 1804 e dove morì il capofamiglia; ma se invece, appena usciti dalla Pump Room, vogliamo girare a destra, troveremo Cheap Street, di cui Jane Austen scrive: “chiunque conosca Bath sa quanto sia difficile attraversare Cheap Street in quel punto; in effetti è una strada così scomoda, così infelicemente connessa con le grandi strade per Londra e Oxford, e le principali locande della città, che non passa giorno senza che gruppi di signore […] non siano trattenute da un lato o dall’altro da carrozze, cavalieri o carri” (North., 7).

Ammesso di riuscire ad attraversare la strada, continuiamo verso nord, verso il centro di Bath. Qui troviamo Queen Square, dove Jane alloggiò in compagnia della madre e del fratello Edward nel 1799. Ancora più a nord, al numero 25 di Gay Street (residenza più economica rispetto a quella di Green Park), Jane si trasferì insieme alla madre e a Cassandra nel 1805. In questa stessa strada “i Crofts presero alloggio, con completa soddisfazione di Sir Walter” (Pers., 18).  Al numero 40 è d’obbligo una visita al Jane Austen Centre per ammirare un’esposizione permanente che descrive l’esperienza di Jane Austen a Bath tra il 1801 e il 1806. Il Centro è ricco di interessanti memorabilia, che creano un’atmosfera austeniana molto suggestiva. Il Jane Austen Centre è racchiuso fra luoghi fondamentali: da un parte, come si diceva, Queen Square, dall’altra Milsom Street (dove soggiornano i fratelli Tilney e dove Anne incontra Wentworth per la prima volta a Bath) e a settentrione il magnifico Circus. Lasciamoci travolgere per un momento dal fascino indescrivibile di questa piazza (che vista dall’alto, insieme a Queen Square e a Gay Street forma i contorni di una chiave, tipico simbolo dell’architettura di John Wood il Vecchio), poi procediamo verso le Upper Assembly Rooms, aperte nel 1771, e ancora visitabili.

Di questo importantissimo angolo di Bath si è occupato espressamente il nostro post del 21 dicembre 2013 (https://www.jasit.it/due-passi-per-austenland-le-assembly-rooms-di-bath/); dopo averlo riletto accuratamente spingiamo i nostri passi in direzione dell’immenso e luminoso prato del Royal Crescent, uno fra i più maestosi esempi di architettura georgiana a opera di John Wood il Giovane, costruito tra il 1767 e il 1774. Fra le trenta villette a schiera che compongono il Royal Crescent si contano le case in cui abitarono, tra gli altri, Elizabeth Montagu, che qui accoglieva i suoi convegni di “blue-stockings” e il romanziere Edward Bulwer-Lytton. Le ultime sequenze del film Persuasione del 2007 si svolgono nell’abbraccio del Crescent, che figura anche fra le location di The Duchess con Keira Knightley. Catherine Morland è ben felice di raccontare di aver “camminato per mezz’ora lungo il Crescent insieme a Mr. e Miss Tilney” (North., 9). Più oltre, ai Marlborough Buildings, alloggia invece un amico di Mr. Elliot, il colonnello Wallis, che lì “viveva in modo molto elegante” (Pers., 15). E un’amica di Mrs. Smith, Mrs. Rooke, rivela ad Anne “i segreti dei Marlborough Buildings” (Pers., 21) relativi alla condotta del cugino e ammiratore di quest’ultima.

Queen SquareLa camminata, l’abbuffata di dolci e la scorpacciata di storie, a questo punto, ci ha stancati un po’. Chiamiamo un taxi (o prendiamo una bicicletta, se c’è il sole) e facciamoci condurre alla fine del nostro giro, un po’ fuori dal centro della città, ma in una sua parte molto importante. A nord del Circus troviamo infatti Camden Crescent, residenza degli Elliot in Persuasione, e il celebre Paragon, dove abitavano i parenti di Jane Austen, i Leigh-Perrot. Constance Hill lo descrive come il “lato orientale di una strada curva sul pendio di una ripida collina. […] All’estremità della strada possiamo vedere i verdi pendii che salgono bruscamente a Camden Place”, dove “possiamo immaginare il vanaglorioso baronetto [Sir Walter Elliot] e la figlia Elizabeth, mentre si rallegrano di essere superiori ai loro vicini per la grandezza dei loro salotti, il gusto della mobilia e l’eleganza delle loro riunioni per giocare a carte” (Jane Austen: i luoghi e gli amici, p. 108).

Print Friendly, PDF & Email

Potrebbe interessarti...

1 commento

  1. Adorabile Bath,
    nonostante la giornata di visita non sia stata propriamente soleggiata, abbiamo seguito le orme di Jane Austen, seguendo l’itinerario proposto dal Jane Austen Centre di Bath (audioguida in inglese scaricabile e tradotta con pazienza certosina per la mia famiglia), che ci ha condotto in tutti i luoghi di vita vissuta e letterari. E’ stata una fantastica esperienza anche se il Camden Crescent è parecchio trafficato (e che oggi scandalizzerebbe sicuramente per la poca esclusività la parte snob della famiglia Elliot).

Che cosa ne pensi?