La cura

Eccoci giunti alla terza e ultima giornata dello Speakers’ Corner. Iniziamo con La cura, un contributo “intimista” firmato da Clara Gotto.

Intitolo questo contributo “La cura”, come la bellissima canzone di Battiato, perché per me leggere Jane Austen è fonte di benessere e quindi estremamente curativo. Se sono depressa e ho bisogno di ottimismo lo trovo nel bellissimo finale di Persuasion (Frederick Wentworth è l’uomo dei miei sogni). Se voglio ridere leggo Emma che è a mio parere il più simpatico e divertente. Quando mi sento vecchia, rileggo volentieri Northanger Abbey, che trovo moderno e vicino agli Young Adult adesso di moda! Isabella è attualissima, punta tutto sull’apparenza e insegue i giovanotti esattamente come fanno le ragazze odierne, senza dover trovare tutte le sue scuse (per questo mi è simpatica, all’epoca occorreva molto più talento).

Se sono troppo rilassata leggo Mansfield Park, così come Ragione e Sentimento,ultimo in classifica fra le mie preferenze, però non posso fare a meno di rileggerlo quando ho bisogno di una dose curativa di Jane Austen. Ho appena riletto tutti gli altri suoi romanzi, perché anche in Ragione e sentimento ci sono il suo stile inconfondibile e alcuni personaggi memorabili.

Ho conosciuto Jane Austen verso i 22 anni, grazie a un dono. Un’amica di famiglia, decidendo di riarredare il proprio appartamento, decise di disfarsi di un centinaio di libri, che giunsero così ad allietare casa mia. In quel periodo non lavoravo ancora, stavo preparando la tesi e poiché eravamo prima dell’avvento di internet, tutte le settimane andavo nella biblioteca centrale di Torino per le mie ricerche. Era un periodo triste, mio padre era malato terminale e trascorrevo il mio tempo fra la casa, la biblioteca e l’ospedale. I libri in dono furono un piacevole diversivo.

Fra i volumi polverosi scovai un’edizione del 1946 di Orgoglio e Pregiudizio e lo portai in camera mia insieme a Cime Tempestose, Jane Eyre e Via col Vento, felice di avere una scorta per le mie serate solitarie. Orgoglio e Pregiudizio fu una folgorazione, bello limpido, scritto benissimo, senza ridondanze e parti noiose e soprattutto leggibilissimo. Nonostante avessi la casa piena di libri, nelle mie gite di studio in biblioteca cercai i lavori della Austen e uno ad uno li lessi tutti. Finiti i romanzi passai alle note biografiche.

Poi vennero tempi migliori, iniziai a lavorare e a potermi permettere di acquistare i libri che desideravo. Da lì le riletture per me sono state periodiche, ormai questi testi sono tutti consunti, ma li tengo nel punto più visibile e più a portata di mano della libreria e fatico a prestarli, perché se non li vedo lì sembra che manchi qualcosa di importante ed estremamente utile nella mia casa. Sono la mia medicina personale, fonte di benessere, perché io credo che l’arte in genere sia curativa. Una bella opera d’arte dà piacere, per questo desideriamo averla in casa e guardarla ogni giorno, e le bellissime miniature della Austen sono chiuse in uno scrigno e per godere della gioia che offrono occorre aprire tale scrigno – ed ogni volta si scopre qualcosa di nuovo.

Infatti, ogni volta che rileggo uno dei libri mi sembra di entrare sempre più nel mondo austeniano, di conoscere meglio l’autrice. Mi piacciono tutti, compresi gli juvenilia. La protagonista più simpatica e vera è senza dubbio Emma, semplicemente adorabile con i suoi difetti! Il protagonista maschile che mi piace di più è Frederick Wentworth, anche lui molto vero; fra l’altro è l’unico che la Austen definisca bello ed è anche l’unico che lavori e si sia conquistato fama e ricchezza con le proprie capacità. È quindi il più moderno, mi piace molto di più di tutti gli altri ricchi sfaccendati; salvo solo Henry Tinley, perché è simpatico, ma non è bello, e si sa anche l’occhio vuole la sua parte. Mansfield Park è il romanzo con più personaggi, ma sebbene, dopo la terza rilettura, abbia iniziato ad apprezzarlo non è il mio preferito: Fanny mi fa molto arrabbiare, è troppo buona, troppo vittima per natura, e la storia d’amore con il cugino è un po’ stiracchiata: sembra speculare al matrimonio di Marianne Dashwood con il colonnello Brandon, un ripiego. Perdono però Jane Austen per queste scelte, che certamente rientravano negli usi dell’epoca, e conferiscono veridicità alle storie; anche oggi non tutti i matrimoni sono romantici come vorremmo! Ho però la sensazione che in questo romanzo non sia stata del tutto sincera, ha espresso quello che ci si aspettava da lei, ma non penso potesse disapprovare le recite teatrali quando sappiamo che nella sua famiglia erano abituali. Continuo inoltre a pensare che Fanny si sarebbe divertita di più con Henry Crawford, e sono d’accordo con Mary, è colpa sua se è caduto in tentazione con Maria!

Il romanzo che preferisco è Persuasion, Anne Elliot è dolce e remissiva, ma meno irritante di Fanny Price e dà una speranza anche alle attempate! Credo che queste eroine rispecchiassero i canoni classici di come doveva essere il carattere di una brava ragazza, intelligente e colta, ma dolce e sensibile e non impertinente e linguacciuta come suppongo fosse un po’ Jane Austen. Leggendo le lettere, scopro come fosse molto caustica nei suoi giudizi, certamente con un’intelligenza superiore alla media e forse questo ha spaventato alcuni pretendenti.

Ci teneva alla sua immagine di brava ragazza e forse ancor di più ci tenevano i parenti che hanno bruciato le sue lettere compromettenti e ce l’hanno presentata come una santa! Dopo aver letto alcuni anni fa Le relazioni pericolose di Laclos, ho trovato delle similitudini fra questo testo e Lady Susan: entrambi hanno per protagonista una donna intelligente e amorale, che usa le sue abilità per manipolare gli altri… sapendo come Jane Austen abbia iniziato a scrivere parodie, mi sorge il dubbio che avesse letto Le relazioni pericolose e che il libro le avesse ispirato Lady Susan. A mio parere in famiglia non erano tutti dei bigotti, e in particolare non Henry, il suo fratello preferito…

Grazie per il bel sito che mi garantisce una pillola della felicità quasi quotidiana!

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